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martedì 6 Maggio 2025
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    Gemelli (presidente provinciale FdI): “Sindaci a sostegno di Cappelletti? Facevano meglio a stare in silenzio”

    Il commento dopo l'uscita dei primi cittadini di Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Greve e San Casciano sulla bagarre nel consiglio comunale imprunetino

    IMPRUNETA – “I 4 moschettieri del Re (e della Regina)”: il presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Claudio Gemelli, definisce così i sindaci di Bagno a Ripoli (Francesco Pignotti), San Casciano (Roberto Ciappi), Barberino Tavarnelle (David Baroncelli), Greve in Chianti (Paolo Sottani) che si sono spesi pubblicamente a sostegno della presidente del consiglio comunale di Impruneta, Angela Cappelletti.

    Querelle Impruneta: sindaci a sostegno della presidente del consiglio comunale Angela Cappelletti

    “Ci hanno messo ben cinque giorni i sindaci del Chianti per questa (evidentemente tanto spontanea quanto sentita) uscita stampa – inizia Gemelli – E ci credo, perché è difficile trovare parole credibili per difendere l’ingiustificabile in una situazione imbarazzante. E, alla fine, nonostante lo sforzo, il risultato resta deludente”.

    “Stupisce – prosegue Gemelli – leggere il riferimento al presidente del consiglio comunale di Impruneta come “figura di garanzia” per lo svolgimento delle sedute in modo ordinato e rispettoso delle regole. Fa quasi sorridere (con rispetto, sia chiaro)”.

    “Meraviglia ancor di più – continua – leggere nella stessa frase le parole “imparzialità” e “segretario comunale” con riferimento ai fatti di Impruneta, come se quanto accaduto nell’ultima seduta consiliare non avesse minato proprio quei principi”.

    “Eh sì – rilancia il presidente provinciale di FdI – perché il vero errore non è tirare in mezzo il segretario comunale ma dichiarare in relazione a quel consiglio che il segretario sia figura terza con funzioni di supporto e garante del buon andamento dell’ente in termini di imparzialità e legalità. Ma davvero?”.

    “Il Pd ha problemi a riconoscere l’evidenza – incalza – Speravamo si potesse trovare un momento di verità condivisa. Non si chiedeva molto. Solo un po’ di onestà intellettuale, un riconoscimento sereno che qualcosa non ha funzionato come doveva”.

    “Ciò che mina la credibilità delle istituzioni – denuncia ancora – usando le loro parole, sono invece proprio quei comportamenti tenuti dalla presidente del consiglio e dal segretario comunale”.

    “Certo – rimarca, ancora riferito ai sindaci – hanno cercato di attenuare la loro imbarazzata posizione (abbiamo già detto spontanea?) invocando definizioni astratte e rifugiandosi nella retorica. Ma davvero credono che queste definizioni aderiscono alla condotta vista all’ultimo consiglio (e forse anche in altre occasioni)”.

    “Forse i nostri sindaci “corsi” in spontaneo soccorso – conclude – facevano meglio a mantenere il religioso silenzio in cui si erano ritirati in questi lunghi giorni, piuttosto che dare una solidarietà d’ufficio tutto sommato deludente. Forse ne uscivano meglio. Francamente ci aspettavamo di più, se non di meglio”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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