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giovedì 25 Aprile 2024
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    Le notizie false in rete: come accorgersene per evitare possibili conseguenze

    La Rete in ogni suo aspetto, ma soprattutto nell’enorme contenitore dei social, è oggetto di quotidiani dibattiti sulla valenza e veridicità delle notizie che vi si leggono, che sarebbero capaci, addirittura, di influenzare l’andamento della politica e i risultati delle elezioni.

     

    Le notizie scandalistiche, quelle capaci di impaurire o anche soltanto quelle che parlano del tempo, circolano in Rete senza controllo e vengono divulgate anche da siti seri, spesso con il malcelato scopo di captare le emozioni negative dei lettori e generare traffico.

     

    Il lettore medio, infatti, è ormai assuefatto alla falsa notizia positiva che avrebbe vinto alla lotteria e non reagisce, ma è molto meno assuefatto a quella scandalistica riguardante il gossip, a quella che fa leva sulla paura e sull’incertezza economica, e a quella che preannuncia una burrasca al posto di un temporale.

     

    Le false notizie sui social, definite in gergo Bufale o fake news, se commentate in modo adesivo ed offensivo o condivise senza la dovuta attenzione, possono essere fonte di responsabilità penale o risarcitoria anche da parte del singolo utente che senza fare la dovuta attenzione, si getti nella “mischia” pensando di farla franca

     

    Qualora infatti la notizia improvvidamente condivisa o offensivamente commentata sia falsa ed abbia carattere diffamatorio, è possibile che la persona offesa possa rivolgersi al giudice penale per chiedere la punizione del reato commesso in suo danno, così come è possibile che la medesima decida, in via alternativa o cumulativa, di rivolgersi a quello civile per chiedere il risarcimento del danno all’immagine subito.

     

    Nel caso di illecito penale, il reato potrà sussistere se risulterà provato che l’autore della diffamazione  abbia voluto davvero offendere, oppure, pur non volendo l’evento, abbia accettato consapevolmente il rischio derivante dalla diffusione in rete del post diffamatorio, non avendo verificato sufficientemente il contenuto della notizia diffusa. Il delitto di diffamazione, è previsto dall'articolo 595 del codice penale e prevede la reclusione da sei mesi a tre anni o la multa non inferiore a 516 euro.
     

    Qualora la fattispecie sia trattata a livello civile, la questione potrebbe essere di soluzione più difficile per l’autore del comportamento offensivo perchè in caso di diffamazione accertata, l’esenzione dalla responsabilità vi sarà soltanto se sarà accertato anche la prevalenza sul diritto del singolo a non venire diffamato, dell’interesse pubblico all’informazione mediante l’esercizio del diritto di cronaca e di critica. Nel caso di notizia palesemente falsa, cioè di Bufala, però, appare difficile sostenere in modo credibile che ciò possa essersi verificato.

     

    In tema di diffamazione ed offese “on line” rinvio a quanto già oggetto di un mio precedente intervento (clicca qui), ma mi permetto di aggiungere alcuni suggerimenti

     

    In concreto, come può l’utente medio della rete evitare di imbattersi in notizie false ed evitare di correre rischi?

     

    A causa della complessità della materia, non esiste un sistema infallibile, anche se ormai studi approfonditi consentono di individuare alcuni elementi ricorrenti nelle fake news da tenere presenti sempre, prima di commentare in modo pesante.

     

    Ecco dunque alcuni consigli.

     

    1) Siti ingannevoli che replicano o imitano siti conosciuti.

     

    Alcuni siti usano nomi di dominio molto simili a quelli conosciuti, ma non potendo replicarli per intero, hanno un indirizzo terminale diverso, come ad esempio .lo o.com.co.
    Altri siti, modificano o differenziano in modo poco percettibile nomi noti evocando falsa attendibilità.
    Ad esempio “Il Corriere della Sera”, può divenire “Il corriere di… (mattina, giorno, notte etc)”.

     

    2) Verifica dell’impaginazione e della grafica.

     

    I siti professionali si riconoscono subito, poichè contengono animazioni, banner e link che difficilmente possono essere riprodotti, a causa dei costi e del ridotto traffico pubblicitario, sui siti amatoriali. Se la notizia è contenuta unicamente in questi siti, è opportuno diffidarne

     

    3) Controllo in rete.

     

    Se la notizia sembra avere un impatto rilevante, deve per forza essere di pubblico dominio; è perciò assai improbabile che sia contenuta in un unico sito. Prima di commentare in modo offensivo o condividere, è opportuno verificare che si tratti di un fatto effettivamente sussistente sulla base delle notizie presenti.

     

    4) Contenuto e autore dell’articolo.

     

    Un contenuto molto strano o scandalistico, è di solito divulgato da un sito specializzato e non passa inosservato in rete.

     

    Se viene riportato da un autore o da un sito insolito, prima di ritenerlo vero, è opportuno indagare sull’autore dell’articolo e sulla presenza a suo nome di altri articoli simili a quello che si analizza.

     

    Se l’autore è noto e la notizia è attendibile, difficilmente sarà l’unica presente in Rete, e l’autore sarà presente su social come Facebook, Twitter o LinkedIn, comunemente usati dai giornalisti.

     

    5) Verifica della data della notizia.

     

    Molti siti clickbite, dediti cioè unicamente alla ricerca di traffico e condivisione in rete, non forniscono soltanto notizie false, ma ripropongono come apparentemente nuove notizie vecchie.

     

    Lo scopo, è  sia quello di per rievocare fatti sensazionalistici passati che hanno mosso le emozioni, sia di far finta di creare una notizia “nuova” in una situazione completamente diversa. L’articolo, riporta quasi sempre, anche se in modo a volte nascosto, la data di scrittura o del fatto. Verificare la data, è dunque essenziale.

     

    6) Corrispondenza fra titolo e contenuto dell’articolo.

     

    Al clickbiter non interessa che il lettore legga l’articolo, interessa solo che vi clicchi sopra e che lo condivida. Quando si incontra un titolo sensazionalistico, è dunque opportuno esaminare il testo, perchè frequentemente questo è del tutto estraneo e privo di riscontri concreti.

     

    In ogni caso, quando i titoli suscitano emozioni negative, come paura, rabbia o sdegno, è sempre opportuno tenere le dita lontane dalla tastiera e riflettere bene, proprio per non assecondare chi cerca consenso per mere ragioni speculative.

     

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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