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giovedì 15 Maggio 2025
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    Alla Intersys S.r.l., leader nel settore ferrotramviario. Presente il viceministro Riccardo Nencini

    SAN DONATO IN POGGIO (TAVARNELLE) – Il presente e il futuro del treno, in Toscana, in Italia, in Europa: se n'è parlato nella mattinata di giovedì 10 ottobre in un convegno organizzato negli spazi della Intersys S.r.l., azienda di San Donato in Poggio che si occupa in particolare di illuminazione, automazione, pantografi, nel settore ferrotramviario.

     

    Un fiore all'occhiello per Tavarnelle e per tutto il Chianti quest'impresa ad alta densità tecnologica, leader in un settore in grande sviluppo.

     

    Un esempio per un territorio come il nostro: inserita all'interno di una zona artigianale che guarda verso la campagna a perdita d'occhio, rappresenta quel tipo di impresa che sarebbe perfetta per un'area come quella chiantigiana.

     

    Se poi si pensa alla manodopera che impiega (40 dipendenti, per la maggior parte under 35), e i risultati (10 milioni di euro di fatturato annuo), allora si capisce che siamo davvero di fronte all'eccellenza.

     

    La sua quindi è stata una sede perfetta per parlare di "Trasporti in Toscana: Infrastrutture, tecnologie e sostenibilità ambientale" (alla presenza del top del settore in Italia e del viceministro alle infrastrutture e ai trasporti Riccardo Nencini), in un'ora densa di spunti e di idee. Anche per una zona come quella del Chianti in cui la ferrovia per adesso rimane un… miraggio.

     

    "Guardiamo alla nascita delle città metropolitane – ha esordito Lorenza Franzino, direttore Business Unit Main Line di Ansaldonreda – come occasione per una revisione della piattaforma dei rotabili. I prodotti ferroviari devono evolvere in modo che il cittadino se ne innamori e lasci a casa l'auto, dando anche uno spunto di eco sostenibilità. Sia a livello di persone che di movimento merci".

     

    "Insomma – ha proseguito – una contaminazione treno-metropolitana che può peraltro sfruttare in molti casi delle infrastrutture che ci sono già. Treni veloci, agili, con qualche porta in più, con meno sedili e meno bagni. Connessi con wi-fi e gsm, che magari possano ospitare le biciclette".

     

    "In un'ottica di città metropolitana – ha concluso tracciando un quadro che potrebbe riguardare anche Firenze e il suo hinterland – il treno potrebbe evolvere verso carrozze a doppio piano, che possono giovarsi delle strutture che già ci sono. Il nostro compito nel prossimo futuro è quello di dare prodotti semplici che facciano innamorare gli utenti: che sappiano che possono portarci la bici, chattare, leggere il tablet… in treno".

     

    A portare il saluto delle istituzioni locali, ri-affermando al contempo la carenza infrastrutturale del Chianti, è stato il sindaco di Tavarnelle David Baroncelli.

     

    "Questi territori – ha detto – hanno fortemente bisogno di infrastrutture. Non abbiamo una linea in ferro, la Sirenze-Siena è nelle condizioni che conosciamo. Per noi è in atto una sfida decisiva sull'adeguamento delle infrastrutture".

     

    "Due sono le direzioni che possono aprirsi – ha ricordato rivolto alla platea e al viceministro Nencini – Quella che implementi il collegamento gomma-ferro e quella, chee sappiamo quanto sia futuribile, di un innesto diretto del trasporto sul ferro".

     

    "C'è forte sintonia – ha proseguito Nannina Ruiu, direttore Pianificazione strategica di Rete Ferroviaria Italiana – fra l'industria ferroviaria e chi gestisce la rete e ne pianifica lo sviluppo. La Toscana è una parte importante: 1.500 km di linee, ha una rete in buona parte con tecnologie all'avanguardia. Oggi solo nell'area fiorentina circolano circa 700 treni-giorno, con una qualità mediamente buona".

     

    Per quanto riguarda il futuro e gli investimenti Ruiu ha parlato di "tre assi fondamentali. La lunga percorrenza con l'alta velocità da nord a sud; la concentrazione sulle aree metropolitane; l'attenzione al settore merci sugli assi fondamentali. Il piano del trasporto pubblico locale punta innanzi tutto a valorizzare le infrastrutture esistenti: la tratta Firenze-Prato ad esempio ha quattro binari da poter sfruttare con servizi ad alta frequenza, che se uniti ad alta qualità del materiale rotabile diventano una risorsa fondamentale".

     

    Claudio Panichi, dell'Associazione Manutenzione Trasporti Man.Tra., ha ricordato il ruolo indispensabile della manutenzione nel settore ferrotramviario, "che non è più riparare un guasto, che è un disagio per i fruitori e un danno per gli operatori. Si fa quindi manutenzione preventiva, ma anche questo concetto è superato".

     

    "Si deve quindi fare innovazione – ha esortato – fare ricerca e sviluppo nell'ambito della manutenzione predittiva. Ovvero che ci siano strumenti che mi avvisino del guasto in arrivo: per farlo bisogna fare nuovi prodotti o modificarne di esistenti. E poi investire nella formazione di chi fa manutenzione: in modo da elevare la qualità e incrementare anche l'occupazione".

     

    La chiusura è spettata al viceministro Riccardo Nencini: "Gli investimenti sul "ferro" sono destinati a sortire buone fortune. Ho parlato alcuni giorni fa con il commissario europeo: parlando del ferro mi confermava che il grosso delle risorse andrà su questa linea. Insomma, l'Europa non vuole più strade, vuole ferrovie, anche per motivazioni ambientali".

     

    Ma come verranno distribuiti questi fondi? "Nelle scelte che la Ue deve fare – ha risposto Nencini – i luoghi destinati al finanziamento rispondono al criterio di spendere al meglio i soldi che abbiamo. Che andranno a finanziare soprattutto i grandi nodi. Meglio se sono nel percorso dei corridoi europei, in Italia quello tirrenico e quello adriatico".

     

    Il futuro dei trasporti è nel ferro e nel treno quindi: e lo si dice in una regione che a metà del 1800 si costruì la ferrovia Leopolda, nel piazzale di un'azienda al top del settore affacciata… sulla campagna chiantigiana. Insomma, nella terra dell'eccellenza.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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