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venerdì 2 Maggio 2025
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    Badia a Passignano: nasce qui la prima area naturale protetta del Chianti

    Percorsi e sentieri attrezzati, pannelli e cartine informative. Culla naturale per animali appartenenti a specie rare

    BADIA A PASSIGNANO (TAVARNELLE) – Dal Picchio rosso minore al Mastodonte. Micro e macromammiferi, presenze contemporanee e tracce del passato raccontano la lunga vita dei boschi di Badia Badia a Passignano, la prima area naturale del Chianti dove storia, arte e natura si intrecciano e convivono armoniosamente, testimoni e protagonisti di una terra dall'identità e dalla tradizione millenaria.

     

    I colori e il canto del picchio più piccolo d'Europa, il volo imponente dell'aquila Biancone, rapace migratore, i profumi del Maggiociondolo, le acrobatiche evoluzioni del topo quercino che tra i rami di betulla si mimetizza come fosse un vendicatore mascherato.

     

    Per arrivare, in un crescendo di dimensioni e un viaggio à rebours nel tempo, al primitivo Mastodonte, parente lontano dell'elefante, vissuto dai 4 milioni ai 10mila anni fa, nel Pliocene e Pleistocene.

     

    Animali appartenenti a specie rare che fanno capolino e raccontano le antichissime origini dalla prima area naturale protetta del Chianti.

     

    E' l'area di Badia a Passignano che il Comune di Tavarnelle inaugurerà il prossimo sabato 2 aprile con un convegno di rilievo culturale-scientifico al quale parteciperanno illustri personalità del mondo universitario, esperti e docenti del settore su scala nazionale. I relatori si confronteranno sul tema della corretta gestione delle risorse naturali.

     

    Nei 364 ettari complessivi che costituiscono il patrimonio naturalistico di Badia a Passignano e Poggio al Vento sono numerose le specie animali e vegetali legati alla biodiversità. L'area si sviluppa intorno ad un fulcro spirituale e culturale che ha più di mille anni: il monastero di Badia a Passignano, dove è custodito il monumentale Cenacolo di Domenico Ghirlandaio appena restaurato, legato alla figura di San Giovanni Gualberto, fondatore dell'ordine e primo ambientalista d'Italia, che oggi protegge i forestali della penisola.

     

    Fu il santo a realizzare la prima area naturale nel 980, coltivando e ripulendo i boschi di Badia secondo la regola benedettina ora et labora.

     

    “La storia – commenta il sindaco di Tavarnelle David Baroncelli – testimoniata dal legame profondo con un illustre inquilino, San Giovanni Gualberto, che di quei boschi, spazi unici per la preghiera, oltre mille anni fa si prese cura coltivando spirito e natura, si ripercorre anche attraverso la presenza di tracce di vari complessi rurali di origine medievale che appartenevano all’antica organizzazione vallombrosana, quella fondata dal santo. Il presente è la vita nel bosco, che nasce, si sviluppa, prolifera nella ricchezza del biosistema radicato nell’area protetta di Badia”.

     

    Il Comune di Tavarnelle ha creato e valorizzato sul piano turistico, culturale e ambientale l'intera area con una rete sentieristica, corredata di pannelli e totem informativi e la pubblicazione dei primi due quaderni scientifico-culturali che mettono in evidenza lo studio realizzato in collaborazione con l'Università di Firenze sulla flora e sulla fauna presente nell'area.

     

    Il lavoro fa emergere la presenza del picchio più piccolo d'Europa, il Picchio Rosso Minore, e altre specie di animali rari come il topo moscardino e il topo quercino. Molte sono le specie di piante particolari come il Maggiociondolo e l'Abete bianco.

     

    “Un mosaico di vite – spiega l'assessore all'ambiente Marco Rustioni – una commistione di micromondi che ci fa scoprire la presenza inedita di animali rari e di particolare interesse scientifico e gestionale. Nell’area di Badia sono oltre cento le specie di animali, tra mammiferi e uccelli censiti dal biologo Marco Lebboroni, esperto di ecosistema chiantigiani. Una biodiversità particolarmente eterogenea che annovera anche sul fronte della flora delle specie particolari che parlano del passato di Badia e di come un tempo il clima fosse meno temperato e vicino alle caratteristiche degli ambienti simili a quelli appenninici. In questo senso il segno più evidente è rappresentato dalla presenza del Giglio di San Giovanni e del Maggiociondolo, rispettivamente fiore e essenza arborea”.

     

    Sono questi alcuni dei tesori naturalistici che cittadini e visitatori potranno conoscere grazie al progetto di valorizzazione dell’area naturale protetta di Badia.

     

    "Il nostro obiettivo – dichiara il vicesindaco tavarnellino Davide Venturini – è quello di valorizzare, conservare e tutelare questa zona, già di pregio, aprendola ad una maggiore fruizione da parte dei visitatori e promuovendone la conoscenza sotto il profilo naturalistico, ambientale e storico-culturale con un particolare sguardo rivolto agli studenti".

     

    "E’ un impegno – conclude – che il Comune si propone di realizzare attraverso un complesso di azioni e interventi volti a favorire la diffusione di quella che nel 2008 è stata istituita dal Consiglio Comunale come area naturale protetta di interesse locale, il nostro è uno strumento che scommette sulla promozione territoriale dell’area protetta di Badia attraverso il completamento di una rete di percorsi naturalistici corredata di impianti informativi, pannelli, cartine che consentono una conoscenza dettagliata delle emergenze storiche-culturali e naturalistiche presenti lungo i vari siti”.

     

    L'area di Badia-Sambuca è anche quella in cui è stato scoperto il Mastodonte, parente preistorico dell'elefante, vissuto nel Pliocene e Pleistocene. Nell'area di Sambuca, nei pressi dei boschi di Badia, è stato rinvenuto il palato dell'animale che oggi è conservato nel museo di Storia naturale di Firenze.

     

    “Natura, territorio e patrimonio paesaggistico – conclude il sindaco Baroncelli – si intrecciano e diventano preziosa occasione di crescita culturale per l’intera collettività e volano di promozione turistica, sostenibile, consapevole e di qualità. Non un luogo comune ma un'area insolita, unica dove dare spazio alle idee, alle aspirazioni, alle nostre più intime vocazioni. Anche in questo caso, la Storia, quella che visse e contribuì a costruire San Giovanni Gualberto, ne è maestra”.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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