SAN POLO (GREVE IN CHIANTI) – Dal Messico arriva un grido di aiuto. A lanciarlo sono circa 350 Italiani che sono bloccati ormai da settimane a causa della pandemia da Caoronavirus, senza riuscire a rientrare.
Tra questi c’è anche Veronica Bria, 37 anni (a destra nella foto), sposata, guida turistica a Firenze. Ha vissuto a San Polo in Chianti con i genitori e la sorella Greta.
In paese ora rimangono i suoi genitori, che aspettano il suo rientro, sempre più preoccupati.
Veronica in questo momento è nell’ostello che la sorella ha aperto circa tre anni fa, si chiama Guarumbo e si trova a Bacalar, un paradiso per i turisti, che al momento però si è trasformato in una prigione dorata.
“Sono arrivata il primo marzo – ci racconta Veronica – quando in Italia erano stati registrati solo 600 casi e nessuno credeva possibile ciò che si è verificato dopo. Ho raggiunto mia sorella ed i miei genitori, che erano già arrivati, loro avevano il volo di rientro fissato per il 15 di marzo e sono riusciti a prenderlo”.
“Io – prosegue – avevo prenotato il rientro per il 5 aprile, ma vista la situazione in Italia ho provato a tornare con i miei genitori, ma è stato impossibile. La compagnia Neos (come molte altre), non mi ha permesso di spostare il biglietto e nei giorni seguenti continuavano a mettere in vendita posti per voli che poi venivano cancellati. E per i quali non era previsto rimborso”.
“Bloccata e totalmente nell’incertezza della situazione – ci dice Veronica – ho cercato di contattare altri nelle mie condizioni. Grazie a Facebook ho trovato vari Italiani bloccati, grazie all’unione di tutti abbiamo fatto un video che vi preghiamo di guardare e diffondere. Solo in questo modo l’Ambasciata ed il Consolato hanno deciso di intervenire: al momento hanno fatto un questionario, per capire quanti siamo, dove siamo ed in che condizioni”.
“Ci sono bambini e persone anziane – ci spiega – chi si trova bloccato negli alberghi che deve continuare a pagare e chi rischia di essere buttato fuori dalle case affittate. Tutti vogliamo solo la certezza di rientrare in Italia”.
“Pochi giorni fa – prosegue nel suo racconto – il viceministro della salute Hugo Lopez Gatell ha dichiarato: “La progressione del virus può essere così rapida da non consentire l’adattamento del sistema sanitario, in questo momento abbiamo registrato meno di novemila casi e solo 712 morti, ma stimiamo che solo un ottavo dei casi di Covid sia stato individuato””.
“Il governo Messicano – racconta Veronica – ha imposto l’obbligo di restare in casa, ha chiuso le scuole, le spiagge, i locali ed i negozi non considerati necessari. La situazione è in continua evoluzione, molti qui vivono di lavoretti giornalieri e con il blocco delle attività lavorative, insieme all’assenza del turismo, si verificherà una forte recessione economica”.
“Vogliamo che qualcuno ci aiuti a rientrare in Italia – conclude Veronica, la voce è stanca ed il morale non certo a mille – I voli diretti sono tutti cancellati, con i voli indiretti c’è il pericolo di restare bloccati in chissà quale aeroporto a giro per il mondo. Al momento siamo abbandonati a noi stessi, in balia di compagnie aeree che hanno aumentato i prezzi, non danno rimborsi e cancellano i voli quotidianamente”.
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