Questa settimana affrontiamo un tema estremamente drammatico e, purtroppo, sempre attuale.
L’autrice sceglie di raccontarcelo da un punto di vista insolito, quello di un utensile da cucina… .
Il coltello da chef
di Miriam Bandini
Come me ce ne sono pochi, soprattutto in questa casa. Posso essere potenza e precisione, e a me piace esserlo.
Quando lei mi prende in mano percepisco la sua paura nel farsi male, ma alla fine è gentile e decisa. So che con la mia lama posso aiutarla a fare molte cose.
Mi piace quando con grazia mi sfila dal ceppo dove abito con gli altri miei compagni: quel rozzo a sega del coltello per il pane, quei due inutiloni che se ne stanno a sonnecchiare da una settimana all’altra in attesa di un prosciutto o di un arrosto, e del piccolo spelucchino, che molte volte non torna neppure a casa, perché, confuso come posata, viene riposto nel cassetto insieme a quelle pettegole del forchette.
Io sono il Signor Coltello da Chef! Affetto, sminuzzo, trito, incido, riesco a praticare tagli precisi. Adoro quando lei mi usa per sfilettare il pesce. Provo un certo brivido a sentire la lisca del pesce che mi massaggia la lama, o quando prepara l’arista e mi usa per disossare il carrè.
E poi volete mettere il piacere di essere lavato a parte, e non infilato in quel luogo da plebei che è la lavastoviglie.
Lei mi insapona, fa scivolare le sue dita morbide sul mio acciaio, poi l’acqua calda mi fa risplendere, e la vedo riflessa in me sorridente. Mi accarezza con il canovaccio e mi ripone. E fa tutto questo solo con me.
Poi oggi mi ha preso in mano lui.
Erano giorni che li sentivamo discutere sempre più animatamente.
Lei lo pregava di capire che tra loro era finita, che da quella casa se ne doveva andare, e lui che le rispondeva che era una troia, che gli doveva dire chi fosse quello con cui lo tradiva, che lei era sua e di nessun altro.
Le diceva che l’amava e che se lo avesse lasciato lui avrebbe fatto una pazzia.
“L’amore non è bello se non è litigarello”, commentavamo con gli altri del ceppo. Sì perché quando lui minacciava di fare una pazzia, lei pareva si commuovesse, lo abbracciava e gli chiedeva di non farlo.
Ma oggi no.
“Te lo giuro, faccio una pazzia!” Le ha urlato. Mi ha preso con violenza, mi stringeva forte, troppo forte, quasi a farmi male, e mi ha puntato al collo di lei.
Sono riuscito a sentire la sua pelle, ancora più morbida di quella delle mani. Era calda e profumata. Mi ha fatto avvicinare ancora di più; ho sentito il palpito del suo cuore accelerare nella carotide.
Poi un taglio deciso.
Mi ricordo lei sdraiata a terra in cucina, lui che mi teneva mentre correva fuori di casa, e poi il buio del tombino dove mi ha buttato.
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“Raccontami una Storia” è curata da Sabrina Nesi, scrittrice e insegnante di Scrittura Creativa.
I racconti sono scritti dagli allievi ed allieve che partecipano, o hanno partecipato, ai laboratori di scrittura organizzati da Sabrina.
Nei laboratori si imparano tecniche narrative e ci si esercita per trovare idee e spunti per scrivere.
Al momento i Corsi di Scrittura Creativa sono tenuti online. Per informazioni scrivere a: sabrina.nesi@lovefromtuscany.com, o chiamare il numero 3341829607.
Sabrina Nesi è laureata in Letteratura Italiana e ha conseguito un Master in Scrittura Creativa all’università di Siena nel 2006.
Da allora ha sempre scritto e tenuto vari laboratori di scrittura, collaborando con varie associazioni, tra cui la Università Popolare di Firenze e l’Associazione Il Ponte di Empoli.
Ha una guida-blog sulla Toscana in lingua inglese: lovefromtuscany.com.