Una conversazione inaspettata
di Federica Antoniella
La guardò e decise che quella mattina voleva attirare la sua attenzione in modo del tutto diverso dal solito. “Ciao, è da un po’ di tempo che ho voglia di scambiare due parole con te ma non trovo mai il coraggio, sei sempre così sfuggente…”.
“Dimmi pure!” rispose lei, con tono meravigliato.
“Sai, ogni volta che mi guardi mi metti una grande agitazione, quei tuoi occhi mi fissano con un’espressione direi alquanto arrabbiata, come se la colpa del tuo malumore fossi io, come se in qualche modo io ti rubassi il tempo…”.
“Che dirti” disse lei, una volta superata la sorpresa, “mi spiace se avverti questa sensazione, nessuno vuol farti sentire in colpa… Sono io che ho sempre talmente tante cose da sbrigare e che spesso mi complico la vita perché ne voglio fare sempre di più”.
Mentre parlava, continuava la ricerca delle chiavi della macchina nella sua borsa con fare agitato.
“Sì, lo capisco, ma credimi, non è per niente piacevole ogni giorno incrociare il tuo sguardo da mastino furioso! Per non parlare poi delle tue solite patetiche frasi che ripeti mentre vai di qua e di là – o come sono in ritardo, non ce la posso fare, non è possibile, non ne posso più – Lasciatelo dire, sei veramente noiosa”.
“Ma come fai tu a poter capire…”, continuò lei accennando una smorfia, “mi fai una tale rabbia! Ti muovi sempre con lo stesso ritmo, nello stesso modo. Ogni momento della giornata per te è il medesimo, cosa ne sai tu se è presto o tardi, tu che stai a criticare me e sei così monotono, mi fai proprio ridere guarda, hai un bel coraggio nel dire certe cose!”.
“Eh, lo so, ti reco fastidio. Le mie lancette sono così diligenti, educate, precise e tu questo non lo sopporti, saranno anche monotone ma rispettose l’una dell’altra… Si avvicinano, si allontanano, a momenti si sovrappongono ma ognuna rispetta l’altra e non si arrabbiano mai perché questo è quello che devono fare, e lo fanno senza farsi prendere dall’ansia”, rispose lui con la sua solita calma e un tono un po’ presuntuoso, “Così io vivo le mie giornate in pace, nella consapevolezza che i miei secondi, i miei minuti, le mie ore si susseguono ogni giorno senza crearmi alcun problema”.
“Quindi? Non capisco! Cosa vorresti dirmi?”, incalzò lei spazientita.
“Semplicemente che dovresti rilassarti e quello che non riesci a fare ora lo farai dopo e quello che non riesci a fare oggi lo farai domani e così via. Mi sembra tanto semplice “Ahaaaa, ti sembra tanto semplice! Sei arrivato tu a darmi una lezione di vita! Credi che non le sappia certe cose? Ma talvolta ci sono situazioni che non puoi rimandare”.
“Ecco, vedi… Ti sei nuovamente innervosita per niente” .
“Assolutamente no, sto riflettendo…”, rispose lei cercando di mantenere basso il tono di voce, “So benissimo che dovrei prendere la vita con più leggerezza…”.
In effetti si stava innervosendo, ma soprattutto si domandava perché si era messa a parlare con un orologio. Non è che sto impazzendo?, pensò.
“Ecco, hai detto proprio bene, dovresti prendere la vita con più leggerezza, tanto io non posso cambiare”, continuò lui. “Non è che arrabbiandoti io possa fare delle mie lancette un andare avanti o indietro per te, io mantengo sempre il mio ritmo, il mio andamento rilassato e tranquillo. Se tu imparassi a seguirmi vedresti che il tempo che hai a disposizione non potrà mai cambiare, neppure se ti innervosisci”.
“Ma guarda”, riprese lei. Voleva proprio arrivare in fondo a quella questione. “Io fondamentalmente ti invidio per il tuo ritmo, come lo chiami tu. Però mi dà proprio fastidio dipendere dalle tue maledette lancette! Alla fine le tue lancette diligenti – come le chiami tu – dirigono il mio umore, gestiscono il mio tempo”.
“Macchè invidiare, macchè fastidio! Il mio ritmo non è altro che il tempo prezioso che dono a tutti nello stesso modo, ti sto soltanto insegnando a farne tesoro vivendolo momento per momento. Solo così capirai e apprezzerai la fortuna che hai di potermi seguire”.
“Facile per te, te lo devo ripetere?! Ma fuori dalle tue lancette, corre il mondo, pieno di impegni, insomma una vita frenetica che ti sfugge e io continuo a rincorrerla perché non ho alternative”.
“Sì certo, ma credi che tutti gli impegni siano necessariamente indispensabili da non poter essere rimandati quando vedi di non farcela? Dovresti imparare a gestire le priorità, fai una lista di cose da fare e piano piano le depenni, quelle che rimangono le farai il giorno dopo, credo che potrebbe essere anche divertente”.
“Che dirti ….. ci proverò…. Non posso certo darti torto”.
“Promettimi che ci proverai e promettimi anche che quando mi guarderai ogni tanto farai un sorriso per il solo fatto che vedermi muovere è il dono più grande che puoi avere”.
“Ok, Ok, ci proverò…. Ma adesso si è fatto davvero tardi, devo correre a fare la spesa!”.
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“Raccontami una Storia” è curata da Sabrina Nesi, scrittrice e insegnante di Scrittura Creativa.
I racconti sono scritti dagli allievi ed allieve che partecipano, o hanno partecipato, ai laboratori di scrittura organizzati da Sabrina.
Nei laboratori si imparano tecniche narrative e ci si esercita per trovare idee e spunti per scrivere.
Al momento i Corsi di Scrittura Creativa sono tenuti online. Per informazioni scrivere a: sabrina.nesi@lovefromtuscany.com, o chiamare il numero 3341829607.
Sabrina Nesi è laureata in Letteratura Italiana e ha conseguito un Master in Scrittura Creativa all’università di Siena nel 2006.
Da allora ha sempre scritto e tenuto vari laboratori di scrittura, collaborando con varie associazioni, tra cui la Università Popolare di Firenze e l’Associazione Il Ponte di Empoli.
Ha una guida-blog sulla Toscana in lingua inglese: lovefromtuscany.com.