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mercoledì 21 Maggio 2025
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    La gestione dei beni confiscati alla mafia spiegata ai ragazzi delle nostre scuole

    Incontro in auditorium ChiantiBanca: ospiti i rappresentanti di due cooperative... coi loro prodotti

    SAN CASCIANO – Si è tenuta presso l’Auditorium “Machiavelli“ di ChiantiBanca, sabato 5 marzo, un’interessante iniziativa che ha coinvolto i giovani studenti delle scuole dell’Istituto Comprensivo di San Casciano e dell’istituto Comprensivo di Impruneta.

     

    Il tema sviluppato è stato “Impariamo che gestire beni confiscati alla mafia è davvero… un’impresa. La scuola incontra due imprese speciali”, manifestazione promossa da Libera Associazione Onlus “Emanuela Loi” di Sant'Andrea in Percussina, presidio nato nel comune di San Casciano nel 2011 che si occupa dei vari aspetti riguardanti la legalità, contrasto e lotta alla mafia. 

     

    Graditissimi ospiti  i rappresentanti di due Cooperative: Le Terre di Don Peppe Diana  Libera Terra di Castel Volturno, in provincia di Caserta (rappresentata da Massimo Rocco), e la Cooperativa sociale Libera-Mente di Partinico Cinisi, in provincia di Palermo (rappresentata da Francesco Costantino e Elena Ciraolo).

     

    Presenti anche Sergio Serges responsabile regionale per i beni confiscati alle mafie, Grazia Mariani formatrice per il settore agro mafie, don Andrea Bigalli referente regionale di Libera, Marco Poli dirigente scolastico scuola di San Casciano, Silvia Bertone dirigente scolastico di Impruneta, Chiara Molducci assessoredel Comune di San Casciano. A introdurre il dibattito e moderatore, Massimo Torricelli membro di Libera Onlus “Emanuela Loi” Sant'Andrea in Percussina.

     

    Gli studenti sono stati molto attenti ai vari interventi che si sono alternati, esperienze di vita e lavoro di recupero dei beni mobili, immobili e aziende confiscate.

     

    Rimanendo sui beni immobili confiscati, sono stati 170 in Toscana al 30 settembre 2015, fra cui 16 a Firenze 16 e 25 a Siena.

     

    E’ stato rilevato anche, come esempio positivo, quello del Comune di Tavarnelle, che qualche mese fa ha assegnato quattro appartamenti confiscati alla criminalità organizzata a famiglie bisognose.

     

    Sono stati inoltre mostrati anche dei video sullo svolgimento dei lavori all’interno delle cooperative. A fine presentazione sono stati gli studenti a fare le domande.

     

    Dato che la mafia è forte, quando confiscate i beni, non avete paura che qualcuno vi faccia del male? Nel casertano le parole di don Peppe Diana le usate ancora come modello di vita? Di notte i campi sono lasciati liberi senza guardie? Cosa vi ha spinto a intraprendere questo cammino? Da dove è nata l’idea di formare le cooperative?

     

    E ancora: visto il fenomeno dell’immigrazione, oggi c’è qualche immigrato che viene ad aiutarvi? Preferite aiutare le persone che hanno subito attacchi di mafia o aumentare la produzione? Come ci si sente quando si fa qualcosa per ostacolare la mafia?

     

    Domande che hanno trovato tutte una efficace risposta. "La mafia – ha detto l'assessore Molducci – nasce dove non c’è la giustizia sociale, ma questi incontri ci aiutano a capire meglio le cose. Ringrazio le insegnanti e chi ha fatto il percorso nelle scuole come volontariato".

     

    Silvia Bertone, dirigente scolastico di Impruneta, ha ringraziato il presidio di Sant'Andrea in Percussina e Libera che ha permesso alle classi di Impruneta, agli insegnati e genitori, di condividere questa tematica, augurandosi "che questo sia l’inizio di una condivisione ancora maggiore".

     

    L’ultimo intervento è stato di don Andrea Bigalli che ha sottolineato che purtroppo non tutti i beni confiscati vengono gestiti come le cooperative presentate.

     

    A venti anni dalla prolungazione della legge, soltanto un cinque per cento viene riattivato. Si capisce così quanta ricchezza sociale viene lasciata indietro. Tra le tante cose, ha ricordato l’importante appuntamento del 21 marzo prossimo in occasione della manifestazione in memoria e per l’impegno delle vittime innocenti delle mafie, che il Parlamento sta per votare per fare diventare una festa nazionale.

     

    Per questo l’invito ai dirigenti scolastici di portare gli studenti in una delle piazze di Firenze (ancora da definire quale sarà) per questo importante ricordo.

     

    Al termine i presenti hanno potuto gustare la squisita mozzarella de "Le terre di don Peppe Diana".

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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