SAN CASCIANO – Per settanta anni è stata coperta da una mano d’imbiancatura, poi piano piano il tempo ha iniziato a scoprirla parola dopo parola fino a consentire di leggere per intero.
Vergata a mano con vernice nera è apparsa sulla facciata del Teatro Niccolini sul lato piazza De Gasperi la scritta “St. Trettner” con sotto una freccia che indica piazza della Repubblica.
In questi anni le persone più anziane del posto quando erano riaffiorate le prime due lettere “St.” affermavano che quella scritta era stata fatta dai tedeschi per indicare una “strada” segnata sulle loro mappe, cosa che oggi potendo leggerla per intero sembra abbia un altro significato.
A farci notare quale è stato un appassionato sancascianese di storia della seconda guerra mondiale, Leonardo Santurri, segnalandoci l’ultimo libro “Il passaggio del fronte tra la Val di Pesa e Val D’Elsa” (Edizioni Polistampa) di Matteo Mazzoni.
A pagina 23 si legge: "…la 4.Fallschirmjager-Division, disposta al centro, fu invece incaricata di gestire la difesa sull’asse Tavarnelle/Barberino- San Casciano; comandata dal generale Trettner…".
Ed ecco la sorpresa: sulla facciata del Teatro Niccolini la scritta è riferita al nome del generale tedesco? E se così fosse a che scopo?
Da una breve ricerca abbiamo tra l’altro scoperto, sempre ammesso che si tratti dello stesso generale, che fu Trettner a distruggere i ponti di Firenze nel ’44.
Lo si è appreso da una pagina de L’Unità di sabato 21 marzo 1964 nel quale c’è scritto: "Quattro agosto 1944: dalle 3 alle 4 del mattino, ad intervalli di dieci minuti l’uno dall’altro, i ponti di Firenze crollarono, minati dai nazisti. A poca distanza, gli artefici del crimine; fra essi, un giovane comandante dei paracadutisti; Heinz Trettner".
Tra l’altro il caso ha voluto che in occasione del 70° anniversario della Liberazione su un lato del Teatro Niccolini, a poca distanza dalla scritta ritrovata, sia stata affissa una foto in gigantografia dove si vede un carro armato nei pressi del Teatro in via di Vittorio.
Le ricerche adesso sono aperte…
di Antonio Taddei
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