FIRENZE – Alla fine i dati l’hanno certificato: da lunedì 29 marzo la Toscana sarà zona rossa.
Le dichiarazioni di ieri del presidente della Regione Eugenio Giani quindi, che a Radio 24 aveva parlato di zona rossa scampata per la Toscana, non sono state confermate.
A darne l’annuncio è, sui propri canali social, lo stesso Giani (qui le info sulle misure di zona rossa, le principali riguardano tutte le scuole chiuse e la chiusura di tutti i negozi, tranne quelli di beni essenziali).
“Il ministro Roberto Speranza – scrive Giani – mi ha appena comunicato le risultanze della cabina di regia del Comitato Tecnico Scientifico”.
“I dati della Toscana – prosegue – hanno un valore di contagi su 7 giorni pari a 251 su 100mila abitanti, rispetto al limite previsto dal decreto legge approvato dal Governo Draghi di 250 su 100mila abitanti”.
“Il decreto del Ministero della Salute – aggiunge – prevede quindi la zona rossa per la Toscana da lunedì 29 marzo fino al 6 aprile”.
“Tenendo conto – conclude – che nei giorni 3-4-5 aprile si sovrappone al provvedimento del Governo per la zona rossa prevista in tutta Italia”.
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L’annuncio è stato fatto anche nel corso della settimanale riunione del Ceps, il Comitato per l’emergenza e la prevenzione scolastica, alla quale hanno preso parte anche gli assessori al diritto alla salute e all’istruzione, Simone Bezzini e Alessandra Nardini, mentre in videoconferenza erano collegati anche sindaci, Prefetture, Unità sanitarie locali, Province.
La Toscana resterà in zona rossa almeno fino a martedì 6 aprile, giorno di scadenza dell’attuale Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, che disciplina la materia.
“Questa restrizione – ha precisato il presidente Eugenio Giani – fa sì che anche gli studenti toscani debbano stare a casa con tre giorni di anticipo rispetto alle tradizionali vacanze pasquali”.
“Vedremo poi come andranno i dati ad inizio di aprile – ha proseguito – per capire se riusciremo a tornare in zona arancione, così come è avvenuto dal 1 gennaio ad oggi, periodo in cui ci siamo alternati tra l’arancione e il giallo”.
“Confido che la crescita del numero delle vaccinazioni – ha concluso – ormai sopra le 570.000 e sopra l’88% delle dosi ricevute e somministrate, un dato che è superiore alla media nazionale, ci aiuti a tornare in arancione”.
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