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venerdì 19 Aprile 2024
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    Covid: anche l’ARS torna a criticare le modalità del sistema di “colorazione” delle Regioni

    "I dati del monitoraggio, ad esempio, potrebbero essere raccolti il lunedì (e non il mercoledì) e tutte le decisioni, che entrano in vigore a partire dalla domenica successiva, prese entro il martedì sera"

    FIRENZE – L’analisi settimanale dell’andamento della pandemia da Covid-19 in Toscana svolta dall’Agenzia Regionale di Sanità è, come sempre, chiara, netta, divulgativa quanto basta.

    La trovate qui in tutti i suoi dettagli, grafici compresi, a cura di Francesco Profili, Simone Bartolacci, Marco Santini, Fabio Voller.

    Qui andiamo a leggerci soprattutto le conclusioni di ARS, che partono da una valutazione ancora una volta negativa delle modalità con cui viene attuato il sistema di “colorazione” delle Regioni.

    # La Toscana arancione e quel post del presidente Giani che il sabato mattina non c’è più

    “Quindi – scrivono gli analisti di ARS – dopo 5 settimane termina la permanenza della Regione Toscana all’interno della zona gialla: la nuova ordinanza sancirà il passaggio verso la zona arancione a partire da domenica 14 febbraio”.

    “I dati in aumento delle ultime 3 settimane – proseguono – hanno portato sopra il valore 1 l’indice di contagiosità (il famoso Rt) calcolato al 31 gennaio, con tutte le conseguenze previste dal sistema di monitoraggio ministeriale”.

    “Non entriamo nuovamente nelle critiche a questo sistema – precisano – che abbiamo già fatto nelle settimane scorse, aggiungiamo che ai noti problemi di non rappresentazione del momento epidemico che le regioni vivono al momento della valutazione, si aggiunge che questo non permette di programmare le chiusure delle attività economiche con un congruo anticipo“.

    “I dati del monitoraggio ad esempio – suggeriscono – potrebbero essere raccolti il lunedì (e non il mercoledì) e tutte le decisioni, che entrano in vigore a partire dalla domenica successiva, prese entro il martedì sera (e non il venerdì). Uno sforzo che andrebbe fatto e che non inficerebbe la qualità dei dati”.

    “Detto questo – tornano alla situazione della nostra regione –  la Toscana sta sperimentando un aumento dei casi al pari di tutte le regioni che sono entrate in fascia gialla dall’11 gennaio: eccetto la Basilicata, che continua ad avere un trend in discesa, Trentino Alto-Adige, Molise, Campania sono le regioni che mostrano un aumento simile a quello della nostra regione”.

    “A queste – si legge ancora – si sommano Umbria ed Abruzzo che, nonostante colorazioni diverse, stanno mostrando aumenti piuttosto rilevanti nelle ultime settimane: da attribuirsi, con tutta probabilità, alla presenza in quei territori delle varianti del virus. La gran parte delle altre regioni che sono entrate nella zona gialla a partire dal 2 di febbraio (e che quindi venivano da periodo di maggiore limitazioni) stanno attraversando una diminuzione in circolazione del virus”.

    “È da rilevare comunque – precisano – che nelle ultime due settimane la Toscana rimane al di sotto del tasso d’incidenza medio italiano, ed è la settima regione con l’incidenza più bassa”.

    “Tutte le province – aggiungono – hanno avuto un incremento di positività nel corso delle ultime 3 settimane, ma sembrano essere quelle di Pistoia e di Massa Carrara, come durante la prima ondata, quelle maggiormente colpite”.

    “Per quanto riguarda la composizione d’età – si legge – tutte le fasce d’età mostrano un aumento nelle ultime 5 settimane, in particolar modo le fascia d’età 14-19 anni e 25-44, mentre la fascia d’età dei più piccoli, tra i 3 ed i 5 anni, ha stabilizzato oramai i tassi d’incidenza dopo un primo forte aumento sperimentato in coincidenza con la riapertura delle scuole”.

    “La vera novità – e qui potrebbe esserci già una prima buona notizia – rispetto alla prima e alla seconda ondata è rappresentata dalla classe d’età dei più anziani, quella sopra gli 85 anni, che mostra addirittura una riduzione rispetto a 5 settimane fa, probabile conseguenza diretta delle vaccinazioni somministrate agli utenti ed agli operatori delle Residenze sanitarie assistite. Sono infatti oltre il 90% gli utenti Rsa vaccinati con prima dose, e circa l’80% ha concluso il ciclo vaccinale”.

    “Le buone notizie – scrive ancora ARS – arrivano ancora dal numero di ricoveri totali, intorno agli 800 in totale (erano più di 2.100 al picco della seconda ondata) e dal numero di ricoverati in terapia intensive che sono sempre intorno a 130. Questa è la sicura conseguenza dell’abbassamento dell’età media dei casi, che esita in minor ricovero, almeno fino ad oggi: solo il 15% dei posti letto è quindi occupato dai pazienti Covid, dato che a quanto pare non ha alcun peso nella valutazione ministeriale”.

    “L’aumento dei casi sintomatici – e anche qui si torna ai criteri di valutazione – se non preoccupa ancora rispetto ad una maggior carico futuro ospedaliero, preoccupa maggiormente per il calcolo dell’Rt (che ricordiamo è effettuato solo sui dati dei casi sintomatici): la permanenza in zona arancione potrebbe non essere confinata solo a due settimane”.

    “Il virus ci ha impartito quindi anche stavolta la solita lezione – ammoniscono – si muove ed incrementa la sua diffusione con il maggior movimento delle persone. Il dato positivo è sicuramente che questo incremento non è esponenzialema lineare a tasso costante nelle ultime 3 settimane. Questo è probabilmente da attribuire alle efficaci politiche di screening mirate, che la Regione Toscana sta attuando con le due campagne Territori Sicuri e Scuole Sicure”.

    “Sono già 10 – rimarcano – i comuni che in un mese sono stati sottoposti a screening attraverso l’utilizzo dei test antigenici di terza generazione o di tamponi molecolari, uno strumento che cerca di intervenire in quei comuni più piccoli dove si evidenzia una maggiore escalation nel numero delle positività: l’intervento su Chiusi è paradigmatico per comprendere la strategia di contenimento operata”.

    E ancora, “in questa fase, come già ricordato 15 giorni fa, vanno assolutamente ampliate le attività di sequenziamento del virus, in modo da poter intervenire con zone rosse delimitate in modo chirurgico in quei territori che evidenziano la presenza di varianti, soprattutto quella brasiliana e sudafricana, sulle quali per ora anche i vaccini che abbiamo a disposizione pare non abbiano molta efficacia. In generale, in questa fase si ritiene positivo che nonostante l’aumento dei casi il tracciamento avvenga regolarmente per quasi il 100% di tutti i casi quotidianamente rilevati e che la media dei contatti tracciati sia salita fino a quasi 4 in media per ogni caso”.

    “Ci aspettano ancora tre mesi e mezzo in cui, a livello nazionale, rivedremo sicuramente un aumento delle positività – conclude ARS – in tutte quelle regioni tornate al giallo da soli 15 giorni e in cui quindi saranno largamente utilizzate le misure di contenimento ad elastico. L’arrivo di tutte le dosi dei vaccini, previste dal contratto con la Comunità europea per quelli già autorizzati, e soprattutto l’arrivo dei nuovi vaccini che stanno presentando all’agenzia regolatoria l’autorizzazione alla somministrazione cambieranno in modo importante la vita quotidiana che stiamo sperimentando negli ultimi 11 mesi, riportandoci – seppur lentamente – ad una maggiore normalità”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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