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sabato 20 Aprile 2024
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    Un itinerario in bici, pedalando tra i colli di Bagno a Ripoli

    BAGNO A RIPOLI – A Bagno a Ripoli è finalmente arrivato il servizio di bike sharing fiorentino e presto si potranno noleggiare anche biciclette a pedalata assistita.Tanti sono i percorsi extra-urbani possibili, compreso quello che noi facciamo per raggiungere l’uno casa dell’altro.
    Si tratta di un itinerario con discese e salite dalle notevoli pendenze, impegnativo sia a piedi che, appunto,”a pedali”.

    Partiamo in località Rimaggio, dallo scollinamento di via Vicchio e Paterno, proseguendo giù per via Vernalese e poi via della Croce, scendendo lungo una strada stretta che si srotola fino a Rimaggino, piccolo agglomerato di case attraversato dall’omonimo fiumiciattolo, per poi risalire fino a congiungersi con via Roma, vicino alla località La Fonte.

    Il panorama di Firenze, in cui svettano la Cupola del Brunelleschi e il Campanile di Giotto, ci accompagna per gran parte del tragitto attraverso i campi di olivi che, nelle belle stagioni, risuonano del cinguettio degli uccellini. Già da queste premesse, si intuisce quanto sia poco frequente il passaggio delle auto, mentre può capitare di imbattersi in qualche capriolo che scende al fiume per bere.

    Dopo il breve tratto di via Vicchio e Paterno e la prima discesa a sinistra di via Vernalese, arriviamo a Villa Bella Vista, il punto più panoramico sulla città e girando di nuovo a sinistra per via della Croce, troviamo quasi subito il Tabernacolo di Rimaggino.

    Quest’ultimo pare fosse tra i più importanti tabernacoli che, a partire dal ‘200, venivano eretti anche lungo le strade di campagna a testimoniare la “dimora di Dio” per i viandanti. Costituito da una nicchia con una piccola volta a sesto acuto, in stile gotico, racchiude la “Madonna in Trono con il Bambino, affiancata dai Santi Giovanni Battista e Francesco”, un affresco databile fine ‘300 e attribuito a Niccolò di Pietro Gerini. E’collocato sotto un’imponente tettoia, edificata successivamente e sorretta da due eleganti colonne in pietra serena.

    Dopo averlo ammirato, proseguiamo per la discesa ripidissima di via della Croce fino alle case di Rimaggino. Qui il tempo sembra essersi fermato tra le seggioline in fila lungo la strada, occupate da signore anziane intente a ricamare e cucire e da gatti sdraiati al sole o all’ombra, a seconda della stagione.

    Il fiumicciattolo passa sotto ad un piccolo ponte e continua tutt’oggi a fornire di acqua le serre e gli orti circostanti, un tempo più numerosi, oltre a permettere un tempo una fiorente attività di lavandaie (testimoniata dai lavatoi ancora visibili).

    Adesso è giunto il momento di affrontare l’altrettanto ripida salita che ci porterà direttamente su via Roma. Via via che ci avviciniamo all’incrocio, intravediamo lo sfrecciare delle auto e i suoni lievi della natura vengono sostituiti dal rumore del traffico: siamo tornati alla civiltà!

    Adesso, invertiamo la rotta e prendiamoci la rivincita sulla salita appena fatta ripercorrendola in discesa, stavolta, fino al ponte di Rimaggino.

    A questo punto, per evitare l’ erta fino al Tabernacolo, svoltiamo a sinistra per via del Carduccio, una stradina sterrata ma pianeggiante che costeggia il torrente, in mezzo a numerosi orti e serre ancora produttivi, fino a Villa Torre Rossa.

    Questa villa, d’ spetto ottocentesco, prende il nome dalla torre dipinta in rosso, appunto, che la sovrasta e che è ben visibile dalla strada.

    Pare che proprio qui, nel 1949, alcuni artisti e scrittori fiorentini – tra cui Giovanni Papini – celebrarono la ripresa delle pubblicazioni della rivista di arte e letteratura ” Scena Illustrata”, fondata nel 1885 da Pilade Pollazzi.

    Lasciamoci Villa Torre Rossa alle spalle e immettiamoci in via di Vernalese, percorrendola sulla destra. Dopo la curva a gomito, la strada risale, ma con una pendenza dolce e poco faticosa, dritta fino a Villa Bellavista.

    Da qui ci attende l’ ultimo sforzo: la salita già percorsa in discesa che ci riporterà sullo scollinamento di via Vicchio e Paterno.

    Articolo di Matteo Bisogni e Matteo DiMarco

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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