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lunedì 28 Aprile 2025
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    Rapina in villa fra Brollo e Poggio alla Croce: 4 super-arresti dei carabinieri

    Alle 9 il proprietario rientra e trova i ladri. Lo minacciano con un bastone. Inizia un "film" incredibile

    SAN POLO (GREVE IN CHIANTI) – Un'operazione fatta di tempismo, pazienza e precisione quella messa a segno dai carabinieri della Compagnia di Figline Valdarno, guidati dal capitano Luca Mercadante.

     

    Che dopo una giornata di appostamenti, che hanno fatto seguito a una rapina messa a segno in una villetta isolata fra le frazioni di Brollo (comune di Figline-Incisa) e Poggio alla Croce (comune di Greve in Chianti), hanno arrestato quattro albanesi.

     

    Ma andiamo per ordine, raccontando un mercoledì 18 novembre davvero incredibile. Prima di tutto per il padrone di casa, sotto choc per la rapina della mattina, e che la sera si è visto restituire tutto…il maltolto.

     

    IL FURTO CHE DIVENTA… RAPINA

     

    Ieri mattina, attorno alle 9, in una villetta isolata fra le Brollo e Poggio alla croce, il proprietario rientra. E incappa nell'incubo peggiore: trova i ladri, camuffati con passamontagna, che gli stanno svaligiando la casa.

     

    Appena lo vedono prendono un bastone, si fanno consegnare il telefono cellulare e scappano nei boschi.

     

    Dopo essersi ripreso, l'uomo chiama i carabinieri, che si precipitano: mentre inizia il sopralluogo con i rilievi di rito in casa, parte anche la ricerca dei ladri.

     

    LA RICERCA SUI VERSANTI FIGLINESE E GREVIGIANO

     

    Ricerca che si protrae per tutto il giorno sui due versanti, quello figlinese e quello grevigiano. Una ricerca che, alla lunga, premia gli sforzi dei carabinieri: alle 19 infatti, nella zona di San Polo, una pattuglia in borghese nota due veicoli strani.

     

    Un'auto con targa straniera, seguita a breve distanza da un furgoncino: sui due mezzi i militari contano quattro giovani, che da un riscontro sommario assomigliano un po' alle descrizioni della vittima.

     

    INIZIA L'INSEGUIMENTO

     

    Da un primo controllo a distanza, molto discreto, fatto sulle targhe, risulta che il furgone è di proprietà di una ditta di infissi di Prato, mentre l'altra è un'auto con targa albanese che risultava aver avuto dei controlli nel nord Italia.

     

    I due mezzi procedono con modalità strana: si vede che l'auto fa da apripista al furgone, che segue a distanza di qualche centinaio di metri. Come se si tenesse pronto a fermarsi o a cambiare percorso nel caso che l'auto noti qualcosa di pericoloso.

     

    DAL CHIANTI… A PRATO

     

    Nel frattempo le altre pattuglie vengono allertate, ed iniziano ad alternarsi in questo servizio di pedinamento: che porta "guardie e ladri" fino a Prato. Qui i secondi… si fermano a mangiare in un fast food.

     

    Dopo mangiato escono, vanno nel furgone, vengono visti muoversi e "trafficare", prendere degli oggetti e caricarli in auto. Poi uno sale sul furgone e tre in auto. E si allontano andando in direzioni diverse.

     

    GLI ARRESTI

     

    I carabinieri ovviamente li seguono tutti quanti: l'auto imbocca l'autostrada e si dirige in direzione Bologna.

     

    I militari allora decidono di entrare in azione: fermano il mezzo e già prima di aprire le portiere notano strani movimenti all'interno.

     

    La sorpresa arriva subito, all'atto della perquisizione personale: nelle mutande i tre avevano dei rigonfiamenti sospetti.

     

    Negli slip infatti avevano inserito degli involucri con oggetti in oro ammassati e incellophanati. In più, vengono trovati un migliaio di euro in contanti e altri oggetti.

     

    Il quarto, che se n'era andato sul furgone verso la sua abitazione a Prato,viene anch'esso  fermato: gli trovano due cappelli e un passamontagna.

     

    LA RICOSTRUZIONE

     

    Vengono portati in caserma a Figline Valdarno tutti e quattro, e viene chiamata la vittima. Che arriva e, incredula, riconosce la maggior parte della refurtiva che lo riguardava.

     

    Solo all'uomo avevano rubato 50 pezzi, per un valore di circa 30mila euro. Gli vengono restituiti mentre il resto verrà catalogato.

     

    UNA TECNICA PARTICOLARE

     

    Dai primi riscontri si inizia a capire nel dettaglio la tecnica utilizzata dalla banda, che è molto particolare: Uno faceva da palo con l'auto per vedere se passavano le forze dell'ordine, uno rimaneva sul furgone i due che facevano il furto scappavano nei boschi. .

     

    In questo caso da Brollo sono andati a finire poco prima di San Polo in Chianti: insomma, hanno passato la giornata nei boschi.

     

    All'ora di cena sono usciti nel luogo in cui s'erano dati appuntamento per farsi venire a riprendere. Da uno a bordo di un'auto e da quello sul furgone (risultato poi di proprietà della ditta pratese di infissi per la quale lavora).

     

    Niente è lasciato al caso, tanto che sui telefoni tutti quanti avevano le coordinate di un punto su una strada rurale dove avevano il loro "rendez vous".

     

    LE INDAGINI NON FINISCONO QUI…

     

    Tre di loro sono in Italia senza fissa dimora, il quarto invece è residente regolarmente a Prato.

     

    Adesso si tratterà di capire dove hanno commesso altri furti e, soprattutto, il ruolo del "pratese": un'ipotesi infatti potrebbe andare della direzione della scelta degli obiettivi in seguito a lavori effettuati con la ditta di cui è dipendente.

     

    I quattro sono stati arrestati con l'accusa di rapina in concorso. Uno di loro ha un ulteriore capo di imputazione per re-ingresso illegale in Italia: nel 2010 infatti era stato espulso dal nostro Paese con il divieto di tornare per dieci anni.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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