SAN CASCIANO – Il Sole 24 Ore l’ha citata tra le “top 500 Leader” della crescita 2023.
La sede è in via 27 Luglio, nel cuore di San Casciano, davanti alle Poste. Qui dove un tempo c’era una “camiceria” che ha dato lavoro a generazioni di sancascianesi, si guarda al futuro operando nel settore dell’e-commerce.
Incontriamo Roberto Fumarola, co-fondatore e CEO di Qapla’, per una chiacchierata che spazia dal presente al futuro.
Anche pensando a quello che dovrà essere il rapporto fra tecnologie, nuove forme di commercio, le nostre comunità e i nostri centri commerciali. Le “botteghe” di paese, insomma.
“All’inizio – racconta Fumarola – è nata un’agenzia di consulenza per e-commerce, di mia moglie Enrica. Poi, nel 2014, insieme a un socio di Varese, abbiamo iniziato a lavorare a un progetto di tracciamento spedizioni. Dopo qualche mese, viste le richieste, abbiamo separato le due cose”.
“Insomma – riflette – quello che era nato come prodotto dell’agenzia è diventato… azienda a se stante”.
A fine 2014 nasce Qapla’: la prima sede è in un altro luogo storico di San Casciano, in Borgo Sarchiani.
“Perché San Casciano? Con mia moglie ci siamo venuti a vivere nel 2006 – risponde Fumarola – Siamo pugliesi e, ai tempi, eravamo a Firenze in affitto. Dovevamo comprare, ma la città era davvero troppo costosa. Poi un pomeriggio, tornando da Siena, c’era coda in Autopalio. Siamo usciti a San Casciano, ci siamo fermati a prendere un gelato e siamo andati a mangiarlo nel Piazzone… . Ci siamo innamorati del posto”.
“I primi due anni – Fumarola torna a parlare dell’azienda – sono subito stati in forte crescita,. Poi sono entrati nuovi capitali, prima con Nana Bianca, incubatore di aziende fiorentino, poi con un crowdfunding che ci ha dato un’altra spinta: dal 2017 al 2020 abbiamo lavorato sul consolidamento, con in previsione un altro aumento di capitale nel 2020”.
Poi, il mondo è cambiato, stravolto dalla pandemia. Ma per Qapla’ è stata la svolta: “Con il Covid abbiamo triplicato il fatturato. Abbiamo quindi preso i nuovi locali in via 27 Luglio, poi raddoppiati. Siamo passati da 13 a 39 persone, quest’anno chiuderemo con 2,2 milioni di fatturato. Abbiamo la sede a San Casciano, una a Varese e vari collaboratori in giro. Clienti in tutta Italia e oltre, alcuni anche molto grandi”.
Due i settori dell’e-commerce che per Qapla’ sono il cuore del’attività: “Stampa delle spedizioni, poi customer service e marketing. Brandizzando il customer service e rendendolo uno strumento di marketing. Insomma, oltre a fornire informazioni su… dove si trova un pacco, diventiamo un canale di acquisizione clienti”.
“Con Qapla’ – si legge infatti sul sito web – potrai generare etichette in 3 click, monitorare tutte le spedizioni da un solo pannello; e fornire al destinatario informazioni sempre precise e in tempo reale, con messaggi personalizzati sul tracking”.
Chiediamo quale sia l’impatto sulla realtà locale, in termini di manodopera e clientela: “Diciamo che per quanto riguarda i dipendenti – risponde ancora Fumarola – oltre la metà sono del territorio. Aziende clienti in zona? Non ne abbiamo tantissime, ma alcune importanti”.
Facciamo un’altra domanda precisa: timori che sia una “bolla”? Che la tendenza all’e-commerce, implementata e spinta addirittura dal Covid, a un certo punto esploda?
“Stiamo analizzando i dati – risponde il CEO di Qapla’ – Certo, si è assottigliata la crescita, ed era fisiologico, ma indietro non si torna. Si è rotto un argine sull’e-commerce, perché le persone hanno capito che le cose a casa… arrivano. Tanto che sono nati anche punti locali di gestione e ritiro di consegne”.
La chiacchierata si chiude guardando a quello che può essere l’impatto dell’e-commerce sulle reti di commercio locali. Che non è, come spesso semplificato, da vedere sempre sotto una luce negativa.
“E lo dico io – sorride Fumarola – che ho scelto di vivere in centro a San Casciano e che considero un valore la realtà commerciale locale. Ma non si può certo più pensare al commercio come prima: compro degli oggetti, li metto in mostra, aspetto che vengano ad acquistarli”.
“Tanto che il nostro – aggiunge – è uno strumento che aiuta anche i piccoli a fare e-commerce a livello professionale. Il commercio locale non è morto, ma dobbiamo lavorare per aiutarlo a modificarsi. Magari aggregandosi in gruppi più ampi. A ordinare online ma ritirare in locale, entrando nei negozi, ad esempio”.
“Facciamo anche formazione in questo settore – conclude – e sarei ben disponibile a mettermi a disposizione della comunità che ci ospita”.