SAN CASCIANO – Aver 51 anni e non sentirli… Ma soprattutto non dimostrarli perché l’entusiasmo si conserva intatto, insieme all’amore per il proprio mestiere e per un paese che è uno stile di vita a 360 gradi.
Paolo Bernardoni è nato a San Casciano, come il suo negozio di parrucchieri: “Ho sempre fatto questo lavoro grazie alla passione che mi hanno tramandato la mia mamma e la mia zia – racconta Paolo – ma prima di iniziare da loro ho passato 5 o 6 anni in un negozio a Firenze”.
“Non era proprio il mio mondo – ci spiega – perché io sono paesano dentro. Si sente di tanti che lasciano San Casciano per la città, mentre invece io non potrei mai tornarci. Spesso capito a Roma e a Milano per seguire qualche corso. Andarci mi piace, ma c’è un monte di gente tutta accalcata e la metropoli non fa per me assolutamente. Sono un Sancascianese doc e secondo me è proprio una questione di pelle”.
“Il paese è la mia condizione di vita – prosegue – e quando ho cominciato a lavorare a San Casciano sono subito rinato: tu esci, saluti e ritrovi tutte le tue persone. Bisogna anche avere una visione metropolitana, ma l’animo è di paese e non ci si può far niente”.
Tra gli anni ’50 e ’60, “Immagine Capelli” si trovava in via Roma ed era gestito dalla madre di Paolo, Luana Lotti, e da una parente della titolare precedente: “La mia zia Anna non c’era ancora – continua Paolo – perché è subentrata solo quando la collega della mia mamma è andata a lavorare a Firenze. Dopo hanno avviato la società insieme e negli anni ’70 si sono spostate da via Roma a qui, in Via IV Novembre. Adesso invece ci sono io e si spera che proseguirà con chi già mi sta aiutando”.
“Son entrato qui tra l’89 e il ’90 – ricorda – e posso dire che San Casciano è cambiato, ma non tantissimo. Certo tra i ’50 e gli ’80 c’è stato un grande sviluppo, poi è finito e ora non c’è più una ditta. Era un paese quasi industriale, con la Stianti, il Mazzini, Felicino, Franco e il Cappelletti”.
“I Sancascianesi – aggiunge Paolo – sono invece molto diversi. Innanzitutto son diminuiti, poi fanno meno vita di piazza. Con la TV la vita è cambiata. Si vede dai pochi bar che la sera restano aperti!”.
“Il nostro lavoro si evolve continuamente – sostiene – perché si rivolge alle persone e all’ambito della moda, seguendone le tendenze. I mutamenti della società si riflettono nell’abbigliamento e nei capelli, quindi anche il mestiere del parrucchiere deve stare al passo coi tempi”.
“Tutto cambia – tiene a dire – come le esigenze delle persone. Mi ricordo quando presi la macchina, che si poteva attraversare la piazza e ci passava addirittura la Sita. Se parli con noi che il paese s’è vissuto prima, non ci garbava di più perché era meglio lui, ma perché noi s’era più giovani e pieni di vita”.
“Oltre al piazzone si parlava di piazza e piazzetta, che erano piazza dell’Orologio e piazza Cavour. È normale che le attività si facciano tutte nelle zone centrali o più adatte – precisa – e che nelle vie laterali ci sia comunque meno. Poi questa è l’unica strada sempre transitata… ed è bene che lo rimanga, perché è molto meglio che sia transitata che chiusa!”.
A chi sorride della quantità di parrucchieri presenti nel nostro paese, Paolo risponde: “Ce n’erano un tot in società, che poi si sono divisi. Allora i negozi si sono moltiplicati, ma secondo me non ci si dà neanche noia. Ognuno c’ha la propria clientela e queste sono le logiche di oggi: se ti riesce di posizionarti in una fascia di mercato, bene! Se no va a finire che tu chiudi”.
“Secondo me – dichiara – San Casciano è un paese che funziona. Vogliono venire tutti qui e le case costano anche di più! Poi si può sempre migliorare, ma i servizi mi sembrano giusti e buoni”.
Non è da tutti resistere alla tentazione della lamentela e Paolo Bernardoni è davvero un buon esempio per un paese che spesso non si contenta: “Se proprio dovessi levarmi un sassolino dalla scarpa, potrei dire che non mi piace che la Coop stia aperta la domenica. Le piccole attività che potevano fare qualcosa in più non lo fanno – ammette – e soprattutto nel giorno del Signore bisognerebbe tutti stare chiusi!”.
Questo è il massimo rimprovero che Paolo muove ad un paese sempre amato e vissuto nei suoi pregi più che nei suoi difetti.
Ed il successo di un’attività è la ricompensa più giusta per chi sa affrontare il proprio lavoro con gioia ed apprezzare il valore di ciò che ha.
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