MUMBAI – E’ partito il 5 giugno del 2022 da piazza del Monumento, a Cerbaia. Salutato da familiari, amici, fino al sindaco di San Casciano Roberto Ciappi.
A bordo della sua moto, una Yamaha Ténéré 660, Gianluca Alessi ha già percorso migliaia e migliaia di km, in un’avventura che stiamo seguendo da mesi anche sul Gazzettino del Chianti.
Così come tanti la stanno ammirando dai canali social di Gianluca (qui Facebook, qui Instagram): con i suoi racconti, le sue meravigliose foto, i video. Semplice e diretto, sta facendo vivere a decine, centinaia di persone le emozioni di un’esperienza unica.
Lo abbiamo “intercettato” in India, a un primo “capolinea” del suo viaggio. E ci siamo fatti raccontare questi mesi passati e quelli che verranno, in una lunga chiacchierata densa di immagini e sensazioni. Prima di un “pit stop” necessario per, poi, ripartire.
Gianluca, innanzi tutto domanda d’obbligo… come stai?
“Tutto bene grazie, anche se devo dire che l’India mi ha messo alla prova nell’ultimo periodo, sotto tutti gli aspetti”.
Ci racconti la “geografia” del tuo viaggio fino ad ora? Il tuo itinerario dalla partenza ad oggi?
“Sono partito da Cerbaia il 5 giugno, e durante il primo mese ho attraversato i paesi dell’ex Jugoslavia, abbracciando la libertà che ho afferrato nella natura tra Adriatico e Balcani. Poi, dalla Grecia, sono entrato in Turchia: dove mi sono goduto il primo assaggio di Asia tra le nuove culture e le meraviglie naturali di quello che è diventato uno dei miei Paesi preferiti. Poi ho fatto “un salto” nelle repubbliche ex sovietiche, ovvero Georgia e Armenia, esplorando le montagne del Caucaso, prima di approdare in Iran. Da lì le infinite esperienze culturali, sociali e le prime vere avventure che hanno visto una continuazione molto intensa in Pakistan, dove tra deserti e scorte armate sono riuscito a salire tra le vette dell’Himalaya, percorrendo la bellissima Karakhoram Highway che mi ha condotto al confine con la Cina”.
Portaci ancora in sella con te…
“Sceso dalle montagne sono poi entrato in India, dove ho iniziato ad immergermi in un mondo pacifico ma allo stesso tempo folle. In cui convivono tutte le religioni maggiori. Poi sono entrato in Nepal, il Paese che mi ha trasmesso meggiore energia, dove sono nate avventure e amicizie incredibili, per poi continuare in quella parte di India dell’ovest dove si concentrano le attrazioni culturali più importanti e ci si cala nella cosiddetta “vera India”. Quella dei contrasti, che come già dicevo ti mette alla prova… ma ne sono uscito sano e salvo”.
Dove sei adesso e quale sarà il prossimo step?
“Adesso dopo 8 mesi sono arrivato a Mumbai, che ho scelto come capolinea di questo viaggio via terra. Da dove, per via di confini chiusi (Myanmar) e problemi logistici, metterò la moto su una nave cargo diretta verso la Malesia. Ma il viaggio in India non finisce qua, perché mentre la moto cavalcherà gli oceani spenderò almeno una settimana per dirigermi verso il sud dell’India, questa volta zaino in spalla, per poi prendere un aereo e andare a ricevere la moto a Kuala Lampur. Il viaggio in moto, come dicevo, non potrà continuare (per ora) per via della mancanza di fondi: quindi la parcheggerò in Malesia per qualche mese e volerò a Perth, in Australia, per iniziare un’esperienza lavorativa. Un sacrificio che ho scelto di fare per esaudire il sogno di viaggiare in moto nel sud est asiatico, dove se tutto andrà bene tornerò a settembre/ottobre. Dopodiché nel 2024 potrò finalmente spedire pure la moto in Australia e iniziare il viaggio nella terra dei canguri”.
Devono essere stati mesi di emozioni pazzesche, riesci a raccontarcene qualcuna in particolare?
“Beh le emozioni sono tante quando si viaggia in Asia, dall’adrenalina e paura di mettersi a rischio in moto fino alla soddisfazione di portare a termine degli obiettivi. Ma soprattutto dal punto di vista sociale, perché sperimentare sulla propria pelle l’estrema ospitalità di questi Paesi a volte di mette in imbarazzo, mentre altre ti fa riflettere e uscire qualche lacrima. Come quella volta che al mio ingresso in Iran, dopo una brutta casualità, sono stato aiutato da una persona, che mi ha sostenuto tanto per farmi ambientare nel primo paese più “diverso” in cui ero mai stato. Per non parlare delle amicizie con altri viaggiatori, con cui ho condiviso spezzoni di viaggio indimenticabili e delle emozioni che farei fatica a raccontare”.
Ci sono stati momenti difficili?
“Beh i 1.500 km di scorta armata in Pakistan sono stati tosti, e in generale nel sub-continente indiano viaggiare nel traffico cercando di evitare le centinaia di pericoli che ti si presentano a ogni metro di strada è stato a tratti molto stressante”.
Te l’aspettavi così questa esperienza? Oppure è diversa dalle tue aspettative?
“Non posso generalizzare, prima della partenza avevo nella mia testa centinaia di storie, immagini e racconti di altri viaggiatori. Ma sperimentare in prima persona, con il proprio carattere, esperienza e livello emotivo, rende ogni storia diversa. E, per quanto mi riguarda, estremamente travolgente”.
Facciamo, infine, un gioco: indicaci tre luoghi, tre momenti che ti sono rimasti nel cuore finora.
“In 8 mesi così intensi è difficile fare una classifica, dico i primi che mi vengono in mente. Il Nepal sicuramente, in cui ho condiviso tante avventure con Andrea, anche lui in viaggio dall’Italia ma con una Vespa anni ’80. Poi Istanbul, una delle mie città preferite, una lavatrice di meraviglie ed emozioni. Per il terzo non mi va di menzionare niente in particolare, se non i milioni di sorrisi scambiati con i bambini, sempre pronti ad illuminarti anche una giornata grigia”.
E tre cibi?
Al primo posto metto la cucina vegetariana del Punjab, in India; a seguire quella in Georgia e poi il kebab in Turchia, che non viene mai a noia”.
Se, infine, guardi avanti nel tempo quindi, come e dove ti vedi fra un anno?
Tra un anno se tutto va bene mi vedo di nuovo in moto tra le meraviglie del sud est asiatico, con un bagaglio di esperienza maggiore ma con la stessa determinazione di adesso”.
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