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mercoledì 24 Aprile 2024
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    Marcialla e il suo teatro nel racconto di Sara Innocenti: “Ci venivo già a fare… i balocchi”

    Prosegue il nostro “viaggio”, insieme al Lions Club Barberino Montelibertas, alla scoperta degli angoli del nostro territorio insieme agli "under 40" di Barberino Tavarnelle

    MARCIALLA (BARBERINO TAVARNELLE) – Prosegue il nostro “viaggio”, insieme al Lions Club Barberino Montelibertas, alla scoperta degli angoli del nostro territorio che per gli “under 40” di Barberino Tavarnelle sono stati il simbolo della loro infanzia o adolescenza.

    Con l’obiettivo di dare ancora più risalto a piazze, borghi, vie, edifici, spiazzi e “pertugi” che sono stati vissuti dai giovani. E che tuttora occupano un posto speciale nel loro cuore.

    Dopo piazza Matteotti, Tignano, piazza della Repubblica, Barberino e Vico d’Elsa, stavolta facciamo tappa a Marcialla.

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    Siamo al Teatro Regina Margherita. Un luogo, pieno di magia e di storia, in cui tantissimi marciallini si identificano. Grande motivo di orgoglio per la frazione, ha ospitato attori di fama nazionale e internazionale.

    Ad aprirci le porte del teatro – chiuso ormai da più di anno per via delle restrizioni anti contagio – è Sara Innocenti: 39 anni, marciallina “doc”, grandissima appassionata di teatro e di arte (della quale ha fatto il proprio mestiere, laureata in Storia dell’Arte, fa la guida turistica).

    E chi può conoscere il Regina Margherita meglio di Sara? Lei che insieme ai genitori e al fratello Guido abitava in via Amelindo Mori (per tutti “la viuccia”), a pochi passi dal teatro. E che, in una veste o nell’altra, ci ha trascorso… tutta la vita.

    “Quando ero piccola, era un rudere – inizia Sara – Il tetto era crollato. Non c’era niente: si era conservata solo la galleria, che è quella originale. Era utilizzato come magazzino”.

    Come ci spiega Sara, il teatro è nato nell’Ottocento. Dagli anni Cinquanta ci è stato fatto di tutto: balli, Carnevale, feste, commedie. Negli anni Sessanta o Settanta diventò cinema: il palco allora fu ristretto. E all’inizio degli anni Ottanta andò in disuso.

    Negli anni Cinquanta al Regina Margherita si ballava

    “Ci venivo a fare i “balocchi” – prosegue – anche se la mia mamma non voleva, perché poteva essere pericoloso. Giocavamo sulla scaletta esterna. Sulla facciata in alto sporgeva una piccola stanza, che conteneva la macchina da presa”.

    “Entravo nel teatro sognante – racconta – E facevo finta di recitare. E’ sempre stata la mia passione. Non so come sia nata. Forse in me c’è qualcosa del nonno (“il Cicalino”), tamburino storico della Banda, e di mia zia, fondatrice degli Amici della Musica”.

    “Senza che avessi mai fatto un corso – ricorda – a dodici anni iniziai a recitare nella compagnia “I pochi e nemmen tanto boni”. Facevamo gli spettacoli all’aperto, perché il teatro era ancora in stato di abbandono. Finalmente nel 2003, terminati i restauri, il Regina Margherita ha ripreso vita”.

    Sara ha calcato il palco fino al 2009. Poi si è dedicata alla regia. E per ben otto anni (dal 2012 al 2020) è stata la presidente del teatro. Finché ha deciso, in maniera molto altruistica, di dare spazio al ricambio, passando il testimone a Damiano Masini.

    “Uno dei miei sogni più grandi da bambina era vedere il Regina Margherita in funzione e… si è realizzato – la voce si rompe, gli occhi le brillano – Come tanti altri marciallini, lo conosco a 360 gradi, in ogni sua sfaccettatura. Potrei starci ore e ore, senza sentire la fatica, la fame né la sete”.

    Ci mostra la foto della facciata del Regina Margherita, che si porta dietro quando viaggia.

    “Il teatro mi ha insegnato la maggior parte delle cose che so – aggiunge, ancora emozionata – Aiuta a mettersi nei panni degli altri. E’ uno spazio protetto in cui si è liberi di esprimersi e di tirare fuori cose che non sappiamo di avere dentro. Ed è socialità: condividere il palco crea un legame indissolubile”.

    “Di questi tempi ci manca tantissimo il teatro – conclude Sara, con un filo di nostalgia – Per noi marciallini è fondamentale stare insieme. Abbiamo un incredibile attaccamento al territorio, un senso di associazionismo pazzesco. Sono fiera di far parte di questa piccola grande comunità”.

    Sara in scena sul palco del Regina Margherita (foto Corrado Frullani, www.verticalformat.com)

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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