Il 20 maggio del 1970 la legge 300 più conosciuta come lo Statuto dei diritti dei lavoratori varcava i cancelli delle fabbriche, “la Costituzione entrava in fabbrica ” per meglio dire si rendevano esigibili e attuabili i diritti fondamentali in essa contenuta.
Nei suoi 51 anni di storia è ancora straordinariamente attuale nel suo impianto normativo nonostante varie leggi ne hanno indebolito la sua portata in termini di tutela, basta pensare alla cancellazione dell’art 18 contro i licenziamenti discriminatori.
Il contesto e i luoghi di lavoro nel frattempo sono sicuramente cambiati, non solo per la pandemia che ne ha accentuato e accelerato i cambiamenti, per crisi di sistema ma anche per scelte aziendali di disimpegno territoriali.
Per lo scenario che presto si presenterà dopo giugno 2021, dove noi auspichiamo la proroga del blocco dei licenziamenti fino a fine emergenza, sarà indispensabile rafforzare l’intero impianto normativo sul lavoro a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.
Partendo da quello che oggi è il tema sotto riflettori, la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, non a caso Cgil Cisl Uisl hanno dedicato questa giornata a questo tema, per dire basta ai morti sul lavoro, svolgendo assemblee in contemporanea in molti luoghi di lavoro.
La Salute e la Sicurezza sono diritti fondamentali da non ricordare solo quando accadono eventi dolosi che hanno presa sul l’intero sistema, investimenti , prevenzione, formazione, controlli e il coinvolgimento delle rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro sono azioni utili a buon sistema di prevenzione.
Le condizioni di lavoro sono peggiorate, le tutele normative sul lavoro ridimensionate per legge, il precariato che talvolta coinvolge giovani donne e coloro che sono espulsi dal mondo del lavoro sono il sintomo che qualcosa non va, che bisogna intervenire.

Nel Chianti fiorentino attraverso una serie di accordi sindacali con le amministrazioni locali abbiamo avviato il confronto per un tavolo sul lavoro che ha tutta l’intenzione di andare in questa direzione attraverso azioni territoriali, che vedranno il coinvolgimento delle associazioni datoriali e di altri soggetti, al fine di salvaguardare l’occupazione in termini qualitativi e quantitativi.
La Cgil ha presentato da tempo al parlamento una proposta di legge popolare per un “Nuovo Statuto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori” dopo una raccolta firme importante e un grande coinvolgimento della società civile perché i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori “sono affare di tutte/i” un bene comune da perseguire e preservare, esattamente come nel 1970 e con una idea in più, quella di estendere i diritti fondamentali e inalienabili a tutte e a tutti indipendentemente dal luogo di lavoro, dal numero di lavoratori e dal tipo di contratto.
Laura Scalia
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