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mercoledì 24 Aprile 2024
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    La settimana terribile di Eugenio Giani: fra vaccini agli avvocati, over 80, previsioni errate

    Serve davvero un cambio di passo. Sui fragili. Sugli over 80. Sulla comunicazione. Ma su alcune cose, purtroppo, il danno è fatto. Ed è irreparabile. E da toscano mi dispiace parecchio

    “Confido che la crescita del numero delle vaccinazioni, ormai sopra le 570.000 e sopra l’88% delle dosi ricevute e somministrate, un dato che è superiore alla media nazionale, ci aiuti a tornare in arancione”.

    Sono le parole con le quali il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha chiuso il comunicato stampa ufficiale in cui, ieri sera, ufficializzava la zona rossa da lunedì 29 marzo. 

    # Alla fine i dati la certificano: da lunedì 29 marzo la Toscana sarà zona rossa (fino al 6 aprile)

    # VIDEO / Giani: “In zona rossa per i casi refertati da un laboratorio di Prato ieri pomeriggio”

    Premetto. Chi segue Il Gazzettino del Chianti quotidianamente sa benissimo qual è la linea editoriale che abbiamo fissato fin da subito per affrontare questa pandemia.

    Fiducia nelle istituzioni e nella scienza. E da lì non ci muoviamo.

    Detto ciò, il nostro mestiere è quello di raccontare la realtà. Lo facciamo nelle cronache quotidiane. E, quando ce ne sentiamo in grado, anche di interpretarla e commentarla. E lo facciamo in questo spazio.

    Quella frase che ieri ha chiuso il comunicato della Regione Toscana, alla fine di una delle giornate (delle settimane) più difficili di tutta la pandemia per il presidente Giani, ne racconta la grande difficoltà. La confusione. La necessità di un reset, rapido quando improrogabile.

    Sostenere di aspettarsi un aiuto dai vaccini per tornare in zona arancione nei prossimi giorni è un qualcosa che va contro ogni logica tecnica e scientifica. E non è ammissibile. Non lo può dire il presidente della Regione. 

    Purtroppo però quella frase è solo la punta di un iceberg sul quale, innegabilmente, si è schiantato Giani nell’ultima settimana.

    Perché al di là di tutte le spiegazioni tecniche (su tempistiche e caratteristiche dei vaccini, sulle indicazioni date da Roma), in parte anche condivisibili (le trovate qui), nell’immaginario collettivo la Toscana rimarrà, secondo me anche a pandemia finita, “la Regione che ha vaccinato prima gli avvocati dei fragili e degli anziani”.

    E questa è una responsabilità, anche comunicativa (ma anche di sostanza) che il presidente si deve assumere. 

    Così come deve assumersela l’assessore Stefania Saccardi, che ha pure gestito l’assessorato alla salute per anni e nella prima fase della pandemia, fino a settembre 2020.

    Che come avvocato si è vaccinata. E che alcune settimane fa, con un post su Facebook (che lo annunciava) fece capire a tutti, in modo plastico, la distanza siderale che c’era con la comprensione del sentimento di chi vive fuori dai palazzi.

    Poi le parole al Senato, in settimana, del premier Mario Draghi, che proprio per il famoso tema-avvocati sembravano indirizzate a Giani e alla Toscana (e comunque a chi ha dato precedenza a certe categorie): “Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di ottant’anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”.

    # Vaccini, il presidente del consiglio regionale Mazzeo: “Ecco perché siamo in ritardo sugli over 80”

    Da qui polemiche a non finire, attacchi politici (e personali) pesantissimi, bacheche social roventi. Tante, tantissime (deprecabilissime e tutte condannabili) offese.

    A un presidente e a una Regione che, a mio modesto avviso, su temi come scuola, trasporto pubblico locale, screening scolastici e sulla popolazione, test e tracciamento, fra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 ha fatto tantissime cose buone. E importanti.

    Poi arriviamo a giovedì mattina, a Radio 24 (qui, dal minuto 30’24”). E per la terza volta da inizio pandemia, e in una settimana come quella descritta, Giani ci ricade.

    E senza alcun pressing si lancia nella previsione. Di una Toscana che sarebbe rimasta arancione. Tutti i giornali rilanciano. I cittadini incassano. Scuole aperte lunedì, per dirne una, insomma.

    Noi del Gazzettino del Chianti rimaniamo più sul vago. Da quando è stato introdotto il limite granitico dei 250 casi / 100.000 abitanti c’è ancor di più da aspettare il venerdì, le comunicazioni ufficiali di ministero della Salute-CTS.

    Prendiamo pure le offese dei lettori. Ma ormai sappiamo che fino al venerdì sera (e neanche il nuovo Governo è stato in grado di anticipare questo momento “catartico”) è bene non sbilanciarsi.

    Insomma, di fare quella previsione non ce n’è sinceramente motivo. Ma Giani la fa. E si schianta. Di nuovo.

    Perché nel pomeriggio del giovedì i dati di un laboratorio pratese arrivano in ritardo. Non vengono inseriti. Perché il venerdì, analizzando i dati stessi, ci sono quei contagi pratesi anomali. Perché si va a ricontrollarli quei dati. E si capisce quel che è successo.

    Con serietà lo si comunica a Roma, che quel centinaio di contagi non sono del venerdì, ma del giovedì. Così la Toscana passa a 250,7 casi / 100.000 abitanti (arrotondato a 251). E va in zona rossa.

    Succede. Capita. Con quel limite lì, sul quale la Toscana era già sul filo, può succedere. E’ successo.

    Ed è un disastro. Comunicativo e, soprattutto, di fiducia. E se Giani giovedì mattina in radio non si fosse lanciato ancora una volta senza paracadute, in modo peraltro non richiesto, non sarebbe accaduto.

    Quindi, presidente, per concludere: c’è una regione che sta perdendo fiducia. Che sta fino a notte inoltrata a cliccare davanti a un sito per prenotare i vaccini che rimanda fuori. Che vuol vaccinarsi. Che sa benissimo che non dipende solo da lei.

    Ma adesso serve davvero un cambio di passo. Serve sui fragili. Serve sugli over 80 (i medici di famiglia non possono bastare, vanno convogliati anche negli Hub). Serve sulla comunicazione.

    Ma su una cosa purtroppo, da toscano innamorato della mia terra, anche quando i vaccini arriveranno a “fiumi” (e tutti lo speriamo), annacquando tutti i problemi di accessibilità, temo che non si potrà rimediare.

    A quella “Regione che vaccina prima gli avvocati dei fragili e degli anziani”. E, al di là della verità oggettiva di questa frase, a me dispiace parecchio.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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