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sabato 27 Aprile 2024
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    Giani difende la campagna vaccinale della Toscana: intervento in consiglio regionale

    "Al di là del fumo mediatico so che stiamo andando bene, sostenendo una situazione di emergenza nella quale la Toscana si sta distinguendo per correttezza, linearità, efficacia"

    FIRENZE – I dati diffusi dalla Fondazione Gimbe che hanno collocato la Toscana al penultimo posto nella “classifica” delle vaccinazioni anti Covid-19 agli over 80; le difficoltà di accesso al portale per le prenotazioni degli estremamente fragili vissute ieri sera; l’ormai consueto rimando alla “Regione che ha vaccinato prima gli avvocati degli anziani”.

    # “Quattro ore davanti al pc per prenotare il vaccino anti Covid: e alla fine niente!”

    Non ultimo l’intervento di oggi in Senato del premier Mario Draghi. E di questo suo passaggio in particolare: “Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di ottant’anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”.

    Sono state solo alcune delle sollecitazioni alle quali ha risposto oggi in consiglio regionale il presidente Eugenio Giani. E lo ha fatto accalorandosi anche. In un modo che, conoscendo il personaggio, sempre molto pacato e mai sopra le righe, ha tradito anche una certa delusione di fronte alle critiche.

    “Su certe cose – ha detto riferendosi alle accuse delle opposizioni – faremo una valutazione finale. Quando sarò io a fare delle considerazioni su quanto detto. Capisco il ruolo delle minoranze, ma serve comunque onestà intellettuale”.

    “Noi – ha ricordato – ci stiamo muovendo su categorie ed età in base alle tre tipologie di vaccini che abbiamo, Pfizer, Moderna e AstraZeneca. E’ inutile che si dica che vi è ritardo sugli over 80 e mi si citino categorie che sono fruitrici di AstraZeneca, che secondo Aifa si può somministrare sotto i 70 anni (prima sotto 55, poi sotto 65). Perché si è vaccinato questo o l’altro? Bisogna sempre ragionare in riferimento alle categorie specifiche e ai vaccini”.

    Sui problemi di ieri sera: “Abbiamo messo sul portale per i super fragili la prenotazione delle 15mila dosi di Moderna (che è il vaccino destinato a questa categoria) che ci hanno inviato. All’inizio, lo ricordo, le dosi per i super fragili erano state consegnate alle Asl. Nell’arco di una ventina di giorni abbiamo visto che la capacità di somministrare direttamente da parte delle Aziende sanitarie era stata di 10mila persone”.

    “Ci siamo resi conto – ha ricostruito – che il meccanismo era troppo lento, e che certe persone con patologie che rientrano nella lista non volevano addiritture essere contattate (chi ha l’HIV ad esempio). E abbiamo detto: continuiamo con le sollecitazioni da parte di Asl, ma per accelerare chiediamo una pre-segnalazione, per poi chiamare all’Hub per velocizzare”.

    “I vaccini che abbiamo avuto a disposizione in questi giorni – ha spiegato ancora – erano quelli: 15mila dosi di Moderna, e ieri le abbiamo messe sul sito. Da ieri alle 19 ci sono state persone che hanno cliccato più volte, e lo capisco, ma c’era un potenziale di 80mila richieste a fronte di quella disponibilità. Quando ce ne manderanno altri proseguiremo così: dosi alle Asl che telefonano, in particolare per disabili a domicilio, e poi sul portale”.

    “Quando arriveranno altre dosi la pressione diminuirà – ha rimarcato – ma adesso la situazione è questa. Ieri i giornali parlavano di un milione di Pfizer in arrivo, che però sono quelli che a noi sono stati comunicati venti giorni fa. Facendo così si creano aspettative su dosi che, in realtà, abbiamo già in programmazione. Insomma, non sono… nuove”.

    Poi ha toccato l’altro tema caldo, quello degli over 80, “su cui noi ci siamo mossi con il medico di base, con il quale c’è rapporto diretto, confidenza, da parte della persona anziana. Qui destiniamo il Pfizer”.

    Poi, l’attacco alla Fondazione Gimbe: “I dati: ancora ieri su alcuni autorevoli portali che riportano le statistiche dicevano che avevamo somministrato 90mila dosi, io posso certificare che a ieri erano 106mila le dosi somministrate agli over 80. E ho capito perché: siamo stati la prima Regione ad aver sostanzialmente vaccinato gli anziani nelle Rsa toscane. Una grande quota (12mila) sono over 80, che non sono stati considerati dalla Fondazione Gimbe. Oppure i medici over 80 in pensione che svolgono la libera professione, come operatori sanitari hanno ricevuto il vaccino, sono 4 mila. Non sono stati inseriti”.

    Poi ha guardato avanti: “Queste le somministrazioni previste da parte dei medici di famiglia nei prossimi tre giorni agli over 80: oggi 13.356, domani 16.014, domani l’altro 11.190. Sono 46mila dosi. A fine settimana faremo una verifica. Per Pasqua vogliamo arrivare a 110-120 mila dosi somministrate da oggi. Con il medico di famiglia che riceve le persone in ambulatorio o va a casa. Il 25 aprile conto che tutti i 340mila over 80 toscani abbiano ricevuto la loro dose. Venerdì se vedo che il sistema dei medici di famiglia ha bisogno di un sostegno, perché non si riesce a tenere il ritmo, allora con soluzioni logistiche negli Hub, che la Protezione Civile può allestire. A supporto dei medici, non in sostituzione”.

    “La Regione Toscana – ha rivendicato – va oltre l’80% della somministrazione dei vaccini forniti. Sarebbe stato demagogico alzare questo dato e procedere senza tenere conto, ad esempio, dei richiami (che per Pfizer e Moderna sono entro tre-quattro settimane). Mi è stato anche proposto, ma io ho detto no. Perché il percorso vaccinale è quello: dose e richiamo. Sarà meno demagogico, nell’immediato facciamo meno prime somministrazioni, ma è più serio. E’ un problema che, peraltro, se avessimo avuto le dosi promesse non ci sarebbe stato neanche. Faccio un esempio recente su AstraZeneca: in questi giorni dovevano arrivare 40mila dosi, ne sono arrivate 15mila”.

    “Il problema è questo – ha detto Giani – Mancano i vaccini. Per la domanda della gente. Per le aspettative create dai media. Tutti vogliamo essere vaccinati. In Toscana siamo oltre 3 milioni e mezzo, abbiamo già fatto 530mila somministrazioni. Con Pfizer per personale sanitario, anziani e over 80; Moderna per gli ultra fragili, il resto per AstraZeneca che va per età, ad oggi siamo dal 1941 al 1944. Quando ci renderemo conto che si sta esaurendo quella categoria di età apriremo ad altri anni di nascita. Sto rispondendo di no a categorie, rapprentanze di lavoratori. Nella prima fase ci era stato detto di tutelare sanità, scuola, giustizia e forze dell’ordine, tre pilastri su cui si basa la vita delle comunità. Poi si è detto di andare per età (al di là degli estremamente fragili)”.

    Ha puntato, con orgoglio, sulla strategia toscana: “Al di fuori di questa aula ci sono sollecitazioni che, comprensibilmente, portano a drammatizzazioni. Quando guarderemo indietro vedremo che in Toscana sono state fatte tante cose buone. Oggi il ministro annunciava la riapertura delle scuole? Noi abbiamo riaperto tutto l’11 gennaio, per decisione della Regione”.

    “Di che colore saremo la prossima settimana? Vediamo i dati di domani – ha concluso Giani – siamo al limite, ma vedo alcune tendenze al ribasso. Da Natale a Pasqua il nostro è un sistema che ha avuto cinque settimane in zona gialla, poi in zona arancione, con zone rosse puntuali. Cercando di mantenere equilibrio nel sistema economico e sociale. Sulle vaccinazioni non siamo mai scesi sotto l’80% della somministrazione delle quote fornite. Io vado avanti per questa strada; e al di là del fumo mediatico so che stiamo andando bene, sostenendo una situazione di emergenza nella quale la Toscana si sta distinguendo per correttezza, linearità, efficacia”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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