FIRENZE – La rabbia dei cittadini toscani per quanto riguarda le modalitĂ organizzative della vaccinazione anti Covid-19 nella nostra regione sta iniziando ad arrivare molto vicina al limite di guardia.
E se da un lato è vero che siamo di fronte a un qualcosa di epocale, di un numero enorme di persone da vaccinare nel minor tempo possibile, dall’altro ci sono situazioni che, oggettivamente, fanno dormire sonni poco tranquilli.
Mille sono state, sono e saranno le storture in sistemi di precedenza e prenotazione che andranno sempre a scontentare qualcuno. Inevitabilmente.
Ma il bassissimo numero dei vaccinati over 80 in Toscana deve far riflettere, E lo deve fare immediatamente. Se, soprattutto, si confronta con i dati di altri regioni. Ben superiori.
Ma l’ultima, profonda e legittima arrabbiatura, è recentissima. E inizia alle 19 di ieri, martedì 23 marzo, orario in cui la Regione Toscana aveva dato il via alla riapertura delle prenotazioni per gli estremamente fragili.
Prenotazione che spesso è diventata un calvario. Un montare di rabbia e frustrazione che ha avuto come esito la mancata prenotazione. E un profondo disagio finale.
Tante, tantissime le testimonianze sui social. Prendiamo “a campione” quella di Stefania, che ha contattato la redazione del Gazzettino del Chianti per raccontarci la sua esperienza.
68enne dell’Antella, con patologie importanti che la inseriscono nella lista degli estremamente fragili. Insieme a lei il marito, che di anni ne ha 74. Anche lui “estremamente fragile”
“Sia io che lui avevamo fatto la richiesta iniziale – ci racconta – e ieri era arrivato via sms il codice per fare poi la prenotazione”.
Si sono messi quindi diligentemente davanti al pc per prenotare il loro vaccino anti Covid-19.
“Quattro ore davanti allo schermo del computer – ci dice Stefania – a mettere continuamente gli stessi dati. Provando anche su tutte le province, essendo pure disposti a spostarci per farci il vaccino. E, all’ultimo, quando arrivava il momento di prenotare l’orario, ci… buttava fuori”.
Questo fino a che, a un certo punto, non c’è stata piĂą disponibilitĂ : “Un disservizio enorme – denuncia Stefania – uno stress incredibile”.
“Ci hanno fatti stare davanti uno schermo per ore – conclude – a migliaia, decine di migliaia, senza avere un numero di riferimento per chiedere informazioni. E nessuno che sa niente e ci sa dire niente”.
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