GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – Per tutti era semplicemente I’ Nasca. Per tutti gli amici della Casa del Popolo, per tutti gli amici del gruppo cacciatori, per tutta Grassina.
Roberto Capanni 81 anni, idraulico che per quarant’anni è entrato nella case dei suoi compaesani, mercoledì 12 settembre, in seguito all’aggravarsi di alcune complicazioni insorte già da alcuni mesi, è venuto a mancare.
Nel ricordo della figlia Simona il conforto ricevuto dai tantissimi amici che sono venuti per dargli l’ultimo saluto: “Mio padre da tanto tempo non usciva più a causa della sua condizione fisica".
"Rimasto vedovo ormai da vent’anni – racconta – soffriva di una malattia cronica, e da circa un anno era peggiorato. Dopo aver abitato con me per un po’ di tempo, era voluto tornare a casa sua, qui a Grassina, facendo però una vita completamente ritirata".
"Lui – prosegue – che era stato un animatore de gruppo impegnato per anni alla griglia della cottura dei polli nelle Feste dell’Unità del paese, nel consiglio della casa de popolo o tra i suoi amici cacciatori. Non accettava di farsi vedere debilitato dalla malattia e sofferente”.
“Nonostante questa sua assenza dalla piazza – dice orgogliosa – in tantissimi sono venuti a ricordarlo, ci tenevo che potesse ricevere l’ultima visita da parte dei suoi compaesani oltre che da parte di quelli che erano i suoi amici. E’ stato bello ritrovare Grassina, mi sono sentita a casa abbracciata dall’affetto di un paese”.
Un soprannome la cui origine si perde nella memoria, divenuto identificativo più del nome stesso. Che tanti non conoscevano.
“I’ Nasca era addirittura il mio nonno, ovvero il suo babbo, che era stato così chiamato da quando era partigiano. Poi era passato a lui” ci racconta ancora la figlia.
Un volto amico anche per tanti uomini e donne, che erano bambini all’epoca in cui faceva l’idraulico e lo avevano visto girare per casa.
Anche loro a distanza di anni lo hanno salutato attraverso i social quando la notizia si è sparsa, dimostrando vicinanza a Simona.
“Per me è stato molto importante – ammette – In questi giorni mi hanno raccontato episodi e aneddoti che lo riguardavano e che non conoscevo, come quando comprava lui le cartucce per alcuni amici che non se le potevano permettere. Aveva iniziato prestissimo a lavorare, e aveva insegnato il mestiere facendo anche un po’ anche da padre ad un suo giovane lavorante, che a distanza di tanti anni ancora gli era grato".
"Una vita – conclude – che ha rispecchiato la sua personalità, il suo altruismo e la sua bontà. E che oggi ci consola della sua perdita”.
di Silvia Rabatti
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