SAN CASCIANO – Con la dottoressa Graziella Tondi, nella sala-palestra gremita di ospiti curiosi di vedere quello che accade, ci sono quattro… amici.
Sono Titti (pappagallo della raza Kalupsite), Toppolo (coniglio Ariete d'Angora, fra i più docili), Speedy Gonzalez (maialino d'India) e Romeo (incrocio fra un coniglio Nano e un Ariete d'Angora).
Siamo all'Rsa Villa San Martino durante il primo giorno di "Pet Therapy", un esperimento realizzato anche nelle altre due strutture del gruppo (Villa Amelia a Prato e Villa Jole a Bagno a Ripoli). Tutti finanziati una associazione ippica, "Equilandia", che ha nel proprio statuto anche l'obiettivo favorire progetti di "Pet Therapy" con soggetti deboli.
I volti delle persone che entrano a contatto con gli animali si illuminano: la dottoressa Tondi inizia con Titti. Lo poggia delicatamente sulle mani, su una spalla, sulla testa.
Un modo diverso per passare qualche ora, ma soprattutto un metodo scientifico per incidere nella vita quotidiana delle persone ospiti all'interno dell'Rsa sancascianese.
"Abbiamo preso un gruppo di circa 15 ospiti – ci dice la dottoressa Tondi – ed è stato somministrato un test iniziale. Poi ne faremo uno finale per capire, in particolare su soggetti depressi, il miglioramento dell'umore. Ma anche delle capacità cognitive, spazio temporali: sono percorsi particolarmente indicati, ad esempio, per i malati di Alzheimer".
Quali benefici porta il contatto con gli animali? "Di sicuro nel tono dell'umore – risponde la dottoressa – lo stimolo al sorriso, l'autostima: si vede nell'immediato. Un contatto che ti riporta all'affettività: gli animali amano in maniera incondizionata, senza chiedersi chi sei e dove sei".
Annuncia che ai prossimi incontri porterà "un barboncino di piccola taglia di proprietà di una volontaria, infermiera presso l'ospedale di Prato, Annalisa Mengoni. Lo potranno portare al guinzaglio: non saranno più loro ad essere portati ma saranno loro… a condurre".
"Poi porterò – spiega ancora – in una o due sedute, anche un asino di piccola taglia, che si chiama Zaira. L'asino nella "Pet Therapy" si utilizza molto bene, c'è un settore specifico chiamato ono-terapia: sono animali molto intelligenti, hanno una grande memoria, capacità di empatia".
Alla fine del percorso verrà fatta la valutazione: "Ma sono sicura – conclude la dottoressa Tondi – che anche qui migliorerà la socializzazione fra gli ospiti, stimolati dal contatto con gli animali a confrontarsi, a chiacchierare. E torneranno alla superficie anche i ricordi del passato".
di Matteo Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA