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giovedì 2 Maggio 2024
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    San Casciano: Mario Mazzei, l’uomo che aggiusta (e suona) vecchissimi strumenti a fiato

    Flicorno Tenore nel Corpo Musicale “Oreste Carlini”, una grande passione per gli strumenti del passato. Ai quali riesce a ridare vita con grande maestria

    SAN CASCIANO – Non ha solo la grande passione di suonare nel Corpo Musicale “Oreste Carlini” di San Casciano. Ma riesce a ridare vita a strumenti a fiato usati, oppure molto vecchi. 

    E qualche volta, emozionandosi quando li vede sui banchi dei mercatini dell’usato, non può fare a meno di acquistarli.

    Stiamo parlando di Mario Mazzei (Flicorno Tenore nel Corpo Musicale “Oreste Carlini”), che ci ha aperto la porta del suo laboratorio. Dove dedica i momenti del tempo libero ad aggiustare strumenti a fiato.

    “Siete capitati proprio in tempo per farvi vedere una stupenda tromba a corno dell’800, che suona in sette tonalità diverse: sto sostituendo bocchino e cannello”: ce lo racconta con grande soddisfazione, mentre prende in mano lo strumento con delicatezza.

    “Mi è stata portata da un amico – ci spiega – che non mi aveva detto della sua importanza. Sapevo di avere un oggetto importante tra le mani, ma senza sapere a chi era appartenuto e forse è stato meglio così. Solo tre giorni fa, a lavoro concluso, mi è stato confidato essere appartenuto al compositore Ottorino Respighi, nato a Bologna nel 1879 e venuto a mancare a Roma nel 1936″.

    Secondo il giudizio della critica è senza dubbio il compositore italiano più noto ed eseguito da Giacomo Puccini in poi, oltre che il compositore italiano (non strettamente operistico) più eminente dopo Antonio Vivaldi.

    Una doppia emozione per lei quindi…

    “Esistono solo cinque esemplari in tutto il mondo. Ma la cosa più bella è che molto probabilmente andrà in un Museo di Roma, anche se c’è già un collezionista che sarebbe interessato ad acquistarlo. Ma credo proprio che sarà al Museo di Roma la sua sistemazione finale”.

    Quali interventi ha eseguito sullo strumento?

    “Era davvero ridotta male, c’erano delle schiacciature, saldature rotte e in più mancavano dei piccoli pezzettini. Che ho ricostruito e, poi, saldato”.

    Parlando degli strumenti a fiato meno “preziosi”, quali sono gli interventi ai quali sono sottoposti?

    “Principalmente s’interviene su pistoni e cilindri bloccati, e anche sulle ammaccature”.

    Come rimedia sulle ammaccature?

    “Ho una serie di diverse misure di sfere di acciaio che infilo dentro il canneggio arrivando a raggiungere la “fitta”. Con una potente calamita accompagno piano piano la sfera fino all’ammaccatura. Una volta arrivata tiro la calamita a me fino a quando la sfera riesce ad andare avanti”.

    Può capitare che la sfera rimanga all’interno?

    “Può succedere: in questo caso intervengo con il martello rovescio, dando le martellate in fuori”.

    Sono molti gli oggetti, tutti artigianali, che utilizza per le riparazioni…

    “Tra quelli indispensabili vi sono le bacchette di stagno, utili quando le sfere non sono della misura giusta per entrare nello strumento. In questo caso in cima alla bacchetta formo una pallina, sempre di stagno, metto lo strumento nella morsa e spingo la bacchetta fino a quando non arriva all’ammaccatura”.

    Altri tipi d’intervento?

    “Sono sulle pompe, che si sfilano per togliere la condensa quando si suona: devono essere movibili. Se non pulite rimangono “impastate” e possono modificare anche il suono”.

    Possiede anche una bella collezione personale di strumenti a fiato…

    “Spesso mi vengono donati perché magari le persone anziane smettono di suonare, e non avendo nessuno con la stessa passione fra i familiari non sanno che farsene. Oppure quando vado per mercatini e vedo una tromba, mi viene la voglia di comprarla. Tutti gli strumenti hanno una loro storia, e mi dispiace che facciano una fine ingloriosa, sono belli anche come soprammobili, su un camino o appesi a una parete”.

    Possiamo affermare che lei è l’ultimo artigiano che ridà vita agli strumenti a fiato?

    “Non credo che ce ne siano rimasti molti, specialmente nelle nostre zone del Chianti. Mi piacerebbe però che qualcuno continuasse dopo di me, tanto che avevo pensato di fare conoscere quest’arte agli studenti andando nelle scuole, facendo vedere loro e conoscere gli strumenti. E come restaurarli. Chissà se questo potrà avverarsi…”.

    Lasciamo così Mario Mazzei, ringraziandolo per averci fatto conoscere questo mondo.

    Ma prima di lasciarci vuole dedicare ai lettori del Gazzettino del Chianti un brano: “Memory” di Barbra Streisand.

    Appena accennato a suonare si affaccia anche sua moglie Wilma, anche lei una vera appassionata della musica: Wilma e Mario, una coppia straordinaria unita dalla musica e da un grande amore.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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