SAN CASCIANO – L’Università di Firenze sta riprovando a vendere la Fattoria di Montepaldi. E i sindaci del Chianti fiorentino, in primis quello di San Casciano Roberto Ciappi, esprimono preoccupazione.
Lo fanno in una lettera, inviata all’Università di Firenze e firmata, oltre che da Ciappi, da colleghi di Greve in Chianti (Paolo Sottani) e Barberino Tavarnelle (David Baroncelli).
“Riteniamo – scrivono – necessario riportarti la viva preoccupazione della comunità territoriale del Chianti”.
“Come noto – scrivono – il settore agroalimentare, perno dell’economia del nostro territorio, ma altresì importante componente dell’economia regionale, sarà chiamato ad affrontare profondi cambiamenti necessari per la sopravvivenza e lo sviluppo del settore. Tali cambiamenti richiederanno una forte innovazione dei modelli imprenditoriali attualmente diffusi e delle infrastrutture delle aziende agricole”.
“Si tratta di forti investimenti in capitale umano – rimarcano – materiale ed immateriale necessari ed urgenti, che dovranno essere orientati dagli obiettivi individuati dal piano nazionale di ripresa e resilienza. In particolare innovazione tecnologica di prodotto e di processo, digitalizzazione, rivoluzione verde e transizione ecologica e sostenibilità ambientale delle produzioni agricole, ma anche istruzione e formazione”.
“Montepaldi è una importante azienda dell’Università – vengono al punto – vocata, appunto per questo, all’innovazione ed alla ricerca. Oltre ad essere una realtà produttiva del territorio, costituita da oltre 300 ettari e dotata sia di vari impianti produttivi della filiera vitivinicola, olivicola e cerealicola, sia di laboratori ed ambienti dedicati alla trasformazione dei prodotti alimentari (cantina, frantoio, laboratorio per la panificazione), sia di aule ed ampi spazi organizzati per la didattica, la ricerca, la convegnistica e la formazione in genere. La società esercita altresì attività produttiva di vino, olio ed altri prodotti agricoli a mezzo della gestione dei propri impianti”.
“Appare evidente quindi – scrivono ancora i sindaci – come un’azienda con queste caratteristiche e di proprietà di un’Università dotata di un’importante Scuola di Agraria, possa essere il contesto perfetto in cui realizzare l’incontro tra il mondo accademico dedito al settore agrario e le imprese e le istituzioni del territorio, per promuovere e realizzare le attività di formazione, didattica, ricerca, trasferimento tecnologico nel settore agroalimentare che oggi sono da ritenersi urgenti e necessarie in quanto diretti propulsori per i richiamati cambiamenti”.
“Infatti – ribadiscono – Montepaldi è un’azienda in cui queste attività non solo possono trovare una giusta collocazione, ma in cui esse possono trovare una diretta e concreta applicazione pratica, visto che le produzioni vitivinicole, olivicole e cerealicole sono oggi attive e che quindi gli studenti, i soggetti interessati alla formazione e gli imprenditori agricoli potrebbero applicare e veder applicate direttamente nei processi produttivi le innovazioni oggetto delle attività didattiche, di ricerca, di trasferimento tecnologico, sperimentali e formative. Un vantaggio competitivo che nono può andare disperso”.
“Negli ultimi mesi – sottolineano – la società si è dimostrata attiva nel rispondere alle esigenze più sopra illustrate, ed ha verificato l’esistenza di interessi diffusi per la realizzazione in azienda di progetti in ciascuno degli ambiti in discussione, coinvolgendo docenti universitari, agenzie formative, imprese e consorzi attivi sul territorio ed ottenendo pronti e favorevoli riscontri per l’avvio di numerosi progetti”.
“Si ritiene dunque – sono convinti i sindaci – che Montepaldi possa essere considerato un asset strategico per il territorio, per gli studenti e per gli operatori del settore agroalimentare, in cui poter realizzare un modello di azienda unica a livello nazionale ed europeo”.
“Pertanto – scrivono ancora, con estrema chiarezza – la scelta dell’Università di Firenze di porre in vendita la società in questo momento, a nostro avviso, rappresenta un grave errore strategico ed un pregiudizio per tutto il territorio. E quindi non possiamo che riportare tutta la nostra viva preoccupazione, che deriva dal timore di perdere la disponibilità di un importante realtà sul territorio, con grave perdita di opportunità per la comunità del settore agroalimentare, per gli studenti e per il mondo imprenditoriale”.
“Al fine di evitare che l’Università faccia venir meno questa opportunità – si impegnano – con la presente tutti noi firmatari intendiamo rappresentare alla Regione la manifestazione di interesse a supportare Montepaldi nella ricerca e realizzazione di progetti negli ambiti più sopra illustrati. Al fine di contribuire a realizzare un centro che divenga un punto di riferimento per il settore agroalimentare europeo, posto nel cuore del Chianti. Ma che, al contempo, mantenga le proprie finalità produttive, nel pubblico interesse, necessarie sia per le dimostrazioni nei processi di formazione, didattica, ricerca, trasferimento, sperimentazione e divulgazione, sia nella contribuzione al sostentamento economico della società”.
“Auspicando in un preciso e tempestivo interessamento da parte della Regione Toscana – concludono – rimaniamo a disposizione per un eventuale incontro con l’organo di governo dell’Università di Firenze al fine di verificare la possibilità di trovare una soluzione alternativa alla vendita di Montepaldi e la possibilità di realizzazione di un centro come più sopra illustrato”.
@RIPRODUZIONE RISERVATA