BARBERINO TAVARNELLE – Per la serie “cronache dalla follia”, stamani è toccato al vicesindaco di Barberino Tavarnelle, Giacomo Trentanovi, aggiornare tramite i suoi canali social sul disastro di traffico causato dai lavori in contemporanea (e in questo periodo di ripresa di turismo e lavoro) su A1 e Firenze-Siena.
Trentanovi, che dal Chianti si muove per andare nel luogo di lavoro, nella Piana fiorentina, nella mattinata di oggi, lunedì 5 luglio, ha descritto in modo particolare il disastro dell’A1.
Dove chi entra dal casello di Fi-Impruneta (tantissimi chiantigiani) e deve andare verso nord, trova (fino al 31 agosto) la rampa di accesso verso Bologna chiusa.
Deve quindi prendere in direzione Roma, uscire al casello di Firenze Sud, fare inversione dopo il casello, ripartire verso nord.
“Questo – scrive Trentanovi postando alcune foto – era il marasma stamattina alle 7.45 (partenza da casa alle 7.10) al casello Firenze Sud dove si è costretti a fare inversione per andare in direzione nord”.
“Un solo casello per gli “inversionisti forzati” – prosegue – e inevitabile coda sull’autostrada verso Bologna”.
“Ricordo – sottolinea – che si sta trattando dell’arteria viaria più importante della nazione non di una redola poderale…”.
Poi evidenzia un altro effetto collaterale della situazione, che ha a che fare anche con la dignità dei lavoratori.
“Al casello di Firenze Sud – dice il vicesindaco di Barberino Tavarnelle – a “fare manovra” hanno messo due disgraziati che credo abbiano più o meno la funzione del signor Malaussene di Pennac, i capri espiatori, visto che provano a fare qualcosa per facilitare il traffico ma con scarsi risultati vista la situazione”.
“Infatti – conclude Trentanovi – il giovane ha detto che è umiliante per lui stare a prendere insulti tutto il giorno (e respirare smog, aggiungo io) per 1.000 euro al mese. E che è una vergogna che Autostrade non ci metta neanche la faccia con i loro dipendenti, perché loro sono di un’impresa appaltatrice”.
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