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domenica 28 Aprile 2024
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    Questione migranti e minori albanesi, la Lega: “Tutte le responsabilità del Comune”

    "Davanti alla realtà dei fatti si nascondono e mandano allo sbaraglio il nuovo segretario grevigiano del Pd..."

    GREVE IN CHIANTI – "Come al solito, quando si perseguono scelte politiche tutte rose e fiori (sulla carta), ma poi ci si scontra con la realtà dei fatti, anche inverosimili, come quelli avvenuti la domenica sera del 29 ottobre, allora, solo allora, tutti coloro che avevano tanto spinto, voluto, pubblicizzato e enfatizzato il famigerato Progetto Sprint sembrano vacillare, impauriti dalla sicura perdita di consenso popolare. E mandano avanti allo sbaraglio il nuovo segretario del Pd di Greve in Chianti, Tommaso Cecchi, che se ne esce con parole infelici e dimostra lo scollamento dalla realtà dei politici al comando, sia in ambito locale che nazionale".

     

    La vicenda è quella dei minori albanesi ospitati al Ferrone, la rissa con due maggiorenni grevigiani, le denunce e tutto quello che è successo in seguito.

     

    A parlare sono il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale a Greve, Simone Verniani (in foto sopra) e il cordinatore del Carroccio nel Chianti Fiorentino, Lorenzo Somigli.

     

     

    "Quando ci si deve confrontare con cittadini e avversari politici fermamente determinati a far sentire la loro voce in merito – proseguono – stanchi di subire imposizioni dall'alto senza poter negoziare alcuncé, emergono le responsabilità di chi doveva controllare, di chi doveva vigilare, di chi aveva fatto promesse ai residenti (mai onorate), di chi doveva proporre e  predisporre reali percorsi di integrazione con i grevigiani (si era parlato di eventuali apericena, di serate, di incontri, di feste, finite nell'oblio)…".

     

    "La comunità – proseguono rispondendo a Cecchi – non ha affatto inviato messaggi "semplicistici" e indetto "processi mediatici", ma ha fatto delle precise accuse alla gestione dei progetti, sia quello del CAS con i pakistani che l'odierno con i minori albanesi, evidenziando carenze di controllo e comportamenti non esemplari degli ospiti, mai recepite né dal Comune né dalla cooperativa, almeno fino all'epilogo della scazzottata".

     

    "Non è un problema di razzismo o populismo – rimarcano – quello che la Lega Nord, tramite il nostro operato, ha sempre portato avanti, ma il semplice rispetto delle regole, da parte di tutti, e una attenzione particolare alla sicurezza dei cittadini, e in particolare dei nostri figli!".

     

    "In Italia – continuano Verniani e Somigli – vi sono regole che garantiscono accoglienza ai minori non accompagnati, ma quando, per bocca del sindaco all'ultimo consiglio comunale, si viene a sapere che due dei cinque minori incriminati, in solo 12 ore, sono stati ricongiunti con i propri familiari sul suolo Italiano, qualche dubbio che tali regole si pieghino alle esigenze di qualcuno sale anche al più sprovveduto".

     

    "Quando giovani ragazze minorenni (in maniera molto minore i maschi) – proseguono – che,  per diletto e svago, si spostano verso Firenze la domenica, devono farsi venire a prendere dai genitori se per disgrazia devono tornare tardi (per intendersi con l'ultima corsa delle 20) , perché persino gli autisti della Sita ritengono pericoloso per loro tale viaggio (visto che coincide col rientro nelle strutture dei migranti ospiti al CAS de I Cipressi), si scopre l'altra faccia dell'accoglienza e si tirano le conclusioni".

     

    "Vorremmo ricordare – precisano – che, in ambito comunale, il responsabile della sicurezza e dell'ordine pubblico è sempre il sindaco, e tutto quello che avviene per carenze, mancanze e negligenze nella gestione del territorio è da imputare sempre a lui. Quindi, se si viene aggrediti su un pullman, nonostante il problema sicurezza sia noto, il primo cittadino non si può nascondere dietro scuse e rimpalli di responsabilità. Ma, constatato che non sta operando al meglio per la sua comunità, fare un gesto di responsabilità e prendere decisioni che solo a lui spettano!".

     

    "Le istituzioni – accusano – non possono poi sciaquarsi la bocca con le parole "accoglienza e integrazione" a tutte le assemblee pubbliche se poi, una volta arrivati i migranti (o minori non accompagnati) spariscono completamente e non si fanno più vedere né sentire, non rispondono più al numero di telefono lasciato appositamente quando vi sono problemi da risolvere, nonostante avessero garantito la loro disponibilità. Cercando una via di fuga nell'oblio e facendo ben intendere ai residenti quanto veramente interessino loro i vari progetti".

     

    "Attendiamo ancora di poter presenziare a un incontro – concludono – una serata, una festa, di quelle promesse dall'assessore preposto alle assemblee, per poter conoscere le povere ragazze nigeriane "relegate" al Mulino di Cintoia, viste dai residenti solo di passaggio a bordo del fuoristrada della cooperativa e in qualche misera apparizione a Strada in Chianti. Se questa loro la chiamano "integrazione" con i residenti, in altre parti del mondo, fatta così, viene chiamata più appropriatamente segregazione".

     

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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