TAVARNELLE-BARBERINO VAL D'ELSA – E' arrivato il momento dei saluti. Di diventare più grandi, un gradino alla volta.
E così bambine e bambini salutano "La casa del sole", la scuola dell'infanzia di Tavarnelle e Barberino Val d'Elsa.
Lo fanno anche con questo bellissimo scritto, inviato dai loro genitori al Gazzettino del Chianti. Che, con grande piacere, riceviamo e pubblichiamo.
Si chiamano “balene” i bambini di 5 e 6 anni che lasciano l’asilo, dopo essere stati prima pesciolini e poi delfini.
Sono delle piccole balene che grazie ad un percorso formativo basato sull’ascolto, sulla sorpresa e sull’osservazione, lasciano le loro amate maestre per andare nella “scuola dei grandi”.
Quello de “La casa del sole”, è un grande esempio di come, alcuni metodi alternativi di pedagogia, possono creare nuove opportunità non solo per i piccoli ma anche per i più grandi.
Da tre anni infatti, la scuola dell’infanzia di Tavarnelle e Barberino, porta avanti un progetto educativo basato sulla “pedagogia povera” di Antonio Catalano.
Artista, poeta, attore, Antonio Catalano, attraverso l’ascolto e la meraviglia parla ai bambini con il linguaggio delle emozioni indicando loro strade nuove per un gioco vero e semplice, basato sulle piccole cose.
Ed ecco che dopo essere stati con le famiglie e le maestre in campi aperti a salutare la primavera con fuochi e poesie, dopo aver urlato al vento i propri nomi, dopo aver creato uno strumento che si chiama “ascoltofono”, dopo aver tentuo in tasca un vasino di pazienza e dopo aver camminato nel bosco in un percorso di meraviglia… arriva il tempo di andare dietro al banco della scuola primaria.
Così i genitori delle balene BLU, hanno creato un libro di carta dove hanno raccolto disegni e pensieri dei bambini, fatto delle balene di stoffa e scritto una filastrocca, anzi un “filastrocco” che dice così.
Sono pesciolini le balene
Non sono come le sirene,
come fanno a fare il bagno tutti i giorni in uno stagno?
Vogliono solcare i mari
Delle scuole elementari …
Però che scuola bella
Finchè c’era Antonella
Però che bella scuola finchè c’era Manola
E il lunedì mattina, quando c’era Barbarina?
Lasciamo per ricordo i nostri bei disegni,
E delle nostre dita delle mani, i segni.
E concludiamo insieme, il nostro filastrocco
Lasciandovi in custodia
Il caro amico Rocco.
Questa invece la lettera dei genitori alle maestre.
"Care Maestre, noi genitori siamo entrati piano piano in questo percorso di “meraviglia” che la scuola ci ha proposto.
Abbiamo visto cambiare le nostre facce, le nostre reazioni, quando abbiamo assistito alle performance proposte, di volta in volta. Siamo entrati in questo mondo di poesia, presi per mano dai nostri bambini, dentro emozioni dimenticate, semplici, semplicemente bellissime.
Abbiamo creduto sempre di più a quel pizzico di fantasia nel taschino del grembiule e adesso siamo qui a dimostrare tutto quello che abbiamo fatto ci sia piaciuto, ci abbia cambiati, ci abbia fatti tornare indietro.
A noi vogliamo augurare di continuare a vedere la vita con questa nota di meraviglia … a voi vogliamo dire GRAZIE.
Ed è con queste parole che è stato piantato Rocco, nel giardino de “La casa del Sole”, come segno tangibile che la scuola è un percorso formativo che, se ben fatto e ben condiviso, è uno dei cammini più belli della vita di ciascuno".
di Redazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA