IMPRUNETA-GREVE IN CHIANTI – “Dallo Spela ci ritorno, dallo Spela ci ritorno…”.
Non c’è un quarantenne, inteso come chi è nato negli anni Settanta-Ottanta, fra Tavarnuzze, Greve in Chianti, Impruneta, San Casciano, Mercatale…, al quale non venga un brivido di nostalgia sentendo questa sorta di litania.
Che in realtà era un coro, cantato a tavola da ragazzi, adolescenti, che dallo Spela, la storica pizzeria del Ferrone, hanno passato la loro gioventù.
In primis i ferronesi. E poi tutti gli altri, che qui venivano a cena in tavolate a dir poco numerose.
Ragazzi che oggi sono uomini e donne, padri, madri, ai quali non potrà che venire un piccolo-grande magone nel sapere che Luigi Bellucci, lo “Spela”, quello originario, non c’è più.
Si è spento a 73 anni (compiuti nell’aprile scorso) e per la frazione a metà fra i comuni di Greve in Chianti (la pizzeria e la casa di Luigi sono sul versante grevigiano) e di Impruneta, è davvero come se fosse morto una sorta di “familiare collettivo” (i funerali si terranno domani, giovedì 18 giugno, alle 10.30 nella chiesa di Strada in Chianti).
Prima di diventare la pizzeria-gourmet che da anni attrae appassionati da tutta la provincia (e non solo) la pizzeria dello “Spela” è stata per eccellenza una delle pizzerie popolari. In ogni senso.
Luigi iniziò come tabacchi-alimentari. Poi cominciò a fare panini. Per la gente di passaggio lungo la provinciale. Per i ragazzi del posto. Ma non solo: ai tempi si verificavano “contaminazioni” davvero particolari al Ferrone.
C’era infatti una scuola d’arte canadese con una filiale a Firenze, che prendeva case in affitto intorno alla città per gli studenti che portava a studiare in Toscana. Ne aveva una anche nella zona di Poneta, e al Ferrone arrivavano ragazzi e ragazze canadesi.
Che si trovavano in una realtà completamente diversa dalla loro. Completamente diversa anche da quella di oggi. Autentica. Vera. E gli piaceva. Eccome se gli piaceva.
Dai panini poi Luigi arrivò al forno per la pizza, creando una pizzeria che potremmo definire (senza timore di venire smentiti) “epica”, conosciuta dappertutto. Frequentata da tantissimi.
Dai ragazzi del Ferrone che si trattenevano “a chiacchiera” con Luigi a fine servizio (“A ciana” come ci dice una di loro). Di comitive che qui hanno conosciuto, magari, i primi amori, i primi assaggi di vita.
E, soprattutto, quel leggendario tris di primi, servito rigorosamente nel piatto a tre “settori”, nel quale si ergeva unica e inarrivabile la Messicana. Un vero e proprio rito di iniziazione per ogni ragazzo di queste zone.
Addio Luigi. Addio “Spela”. Con te scompare anche una parte della gioventù di tanti di noi.
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