E rieccoci sotto la Torre dell'Orologio di piazza Pierozzi, con la "guerra delle rime" che prosegue imperterrita sul muro. In questi giorni ne sono state attaccate di nuove e con nuovi protagonisti.
Ma partiamo da "soliti" noti, da quel Pasquino Terzo che si fa sentire con ben due… componimenti. Il primo riguarda ancora gli esiti del Carnevale Medievale… .
"Non c'è cosa più gradita
per chi vince la partita
di veder di verde tinti
gli avversari tutti vinti
per la bil che in abbondanza
gli è scoppiata nella panza.
Gran capon che nella piazza
dalla rabbia ci starnazza
senza gomiti è rimasto
e col rodersi s'è guasto
con il fegato la bile
sol perché è un grande vile.
Gli darò un buon consiglio:
"Se vuoi batter quei del Giglio
la polemica non vale
devi smetter di far male
quei carracci di cartone
dei buttargli nel bidone".
Or Pasquino lo saluta
gli consiglia la cicuta
che gli serva ben da cura
per l'oscura sua natura
d'invidioso maldicente
che gli brucia nella mente".
Il secondo… pure. Ecco la seconda "pasquinata post-carnevalesca", con l'inno della vittoria "Giglielchi"…
Tra volti rugosi
tra seni cadenti
tra flaccidi culi,
rombanti e silenti,
un viso depresso
repente d'appressa
non voglio sbagliare
ma è la leonessa!
Mi trovo di certo
in terra nemnica
dell'orride genti
nessuna m'è amica!
All'armi gloriose
allora m'appiglio
poi grido tuonando:
"Io sono del Giglio!"
A tale mio motto
terrore si spande:
di questi bergonzi
son certo più grande.
Tra gente che trema
che geme che corre
si fugge il cavallo
ruina la torre.
Un povero Gallo
spennato e sbattuto
mi chiede pietade
con occhio sparuto.
Ormai vincitore
a onor dè miei avi
gli lascio la vita
mi prendo le chiavi.
Infine ecco il "nuovo che avanza". Stiamo parlando di Aceto, una new entry nella guerra delle rime lungo lo sdrucciolo di piazza Pierozzi. Che esordice con "Eccomi!". Il tema? Non si sbaglia: il Carnevale Medievale!
Son l'ennesimo cantore
di Pasquino emulatore.
Sono caustico e cattivo,
di pietà io son privo,
non son falso non son bello,
ed "Aceto" io m'appello.
Dei galletti tanto fieri
son rimasti gli scudieri
che non reggono la pressione
della nobil tenzone.
Con onor si son battuti
ma soccomber son dovuti.
Falagian dal collo corto
c'è rimasto a collo torto.
Par la solida batosta
che dal Giglio è stata imposta
i cavalli poveretti
han ceduto sui garretti.
Cosimin dai grandi occhioni
ma c'hai preso per coglioni?
Falso ipocrita bugiardo,
quando scrivi sei infingardo!
la mielata messa in rete
non c'inganna finto prete:
tu sei lupo non agnello
e d'Abele sei fratello.
I leoni sempre tronfi
solo d'aria sono gonfi
che gli sorte con fragore
dal pertugio posteriore.
Quello solo sanno fare
lor natur non può cambiare.
Io non son Divin poeta
non vi tratto con la seta
ma saluto con l'inchino
lo sapete son di-vino
di Redazione
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