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mercoledì 1 Maggio 2024
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    Tre giorni di festa in onore del Patrono a San Pancrazio: il paese si è riappropriato delle sue tradizioni

    La Messa con il cardinale Ernest Simoni, il karaoke coordinato da don Stefano, il cibo, Mago Magone per i bimbi, la celebrazione per i malati: il sapore della normalità

    SAN PANCRAZIO (SAN CASCIANO) – Un lungo week end, quello della scorsa settimana, dedicato alla celebrazione del patrono della frazione di San Pancrazio.

    Una tradizione antica, che è stata riportata in vita da don Stefano Casamassima, ma soprattutto dall’entusiasmo e dalla volontà di ritrovarsi a far festa di una comunità tanto piccola, quanto dinamica.

    Una festa partita “in sordina”, con la Messa di giovedì, per poi proseguire in un crescendo continuo, con gli appuntamenti dei tre giorni successivi.

    Venerdì la Messa ha visto la presenza di una personalità come quella del cardinale Ernest Simoni, al cospetto della comunità e di tante autorità locali, come il sindaco di San Casciano Roberto Ciappi.

    Sua Eminenza ha prima celebrato la messa insieme a Don Stefano Casamassima, per poi fermarsi a raccontare la sua storia.

    Una storia di violenze e soprusi subiti per il semplice fatto di essere cristiano. Una vita da recluso nelle prigioni dell’Albania, per essere semplicemente “un testimone del Signore, per non aver fatto niente se non portare avanti le parole del Signore” come ha più volte ripetuto.

    Una storia toccante, soprattutto se fatta da un uomo di quell’età, dall’aspetto fragile, ma che ha dimostrato quanto si può essere forti nel portare avanti la propria scelta di fede.

    La serata del venerdì poi ha riacceso l’anima di festa, con un’apericena dai sapori tosco/pugliesi, in vero e proprio “stile don Stefano”, che poi ha messo tutti alla prova con il canto.

    Il bel cielo stellato e le meravigliose rose del chiostro della chiesa hanno fatto da cornice al karaoke (tutt’altro che arrangiato), con tanto di maxischermo, microfono, casse e tutto l’occorrente per passare una serata in leggerezza.

    I bambini hanno senza dubbio preso la scena ai più grandi, sempre più diffidenti nel mettersi in gioco, ma sulle note dei pezzi cult della musica italiana e dello zecchino d’oro, nessuno ha resistito a cantare. Un’aria di festa che mancava davvero e di cui tutti avevano davvero bisogno.

    Sabato è stata una giornata ricchissima. Di eventi ed emozioni. La mattina i più piccoli hanno prima potuto godere dello spettacolo di magia di Frate Adriano, in arte Mago Magone, che li ha incantati tutti, conivolgendoli in un susseguirsi di magie legate da un filo invisibile: la parola e la storia di Gesù.

    Uno spettacolo quindi non solo pieno di fascino per tutti i piccoli amici, ma soprattutto ricco di insegnamenti. La mattinata si è conclusa con la benedizione dei bambini.

    Il pomeriggio è stato il momento più delicato, con una celebrazione dedicata ai malati, alle persone che soffrono e combattono ogni giorno per vivere.

    Un’attenzione verso il prossimo necessaria, come spesso sottolinea don Stefano Casamassima “per non lasciare indietro nessuno e ricordarsi sempre di tutti, soprattutto dei più deboli, dei più poveri, degli ultimi”.

    A seguire è stato reso omaggio alle Misericordie di San Casciano, Barberino Tavarnelle, e alla Croce d’Oro di Montespertoli, che ogni giorno si dedicano all’assistenza e alla cura della comunità, offrendo un servizio quasi del tutto su base volontaria.

    Come segno di riconoscimento, il pievano ha consegnato alle tre realità una pianta di olivo in nome della comunità di San Pancrazio. Un piccolo gesto per ringraziare di tutto quello che fanno per il prossimo.

    Appuntamenti densi di emozioni, che hanno permesso a tutti di condividere non solo il bello, ma anche il dolore e le angosce che purtroppo fanno parte delle vite di molti.

    La serata si è conclusa con il doppio concerto in chiesa del coro “Quodlibet” diretto dal maestro Ivan Caselli e del coro “Firenze Vocal Ensamble” diretto dal maestro Ennio Clari.

    Domenica 15 maggio è stata la vera e propria festa. Un clima che si respirava già all’alba, con il lavoro di tanti della comunità che si sono messi a disposizione per rendere tutto perfetto. Niente è stato lasciato al caso.

    In cucina un gruppo affiatatissimo sin dal sabato al lavoro per preparare il ragù ( piatto tra i più apprezzati dai commensali, con bis e tris… ma soprattutto con una bella scarpetta finale) gli antipasti, i contorni e il dolce. Tutto il necessario per un pranzo autentico e genuino.

    Fuori invece i bracieri fumavano già dalle 9 di mattina, per prepararsi alla grigliata mista, da offrire come secondo. Inutile dirlo che i prodotti utilizzati per tutte le portate sono stati scelti da produttori locali, così da rendere tutti parte integrante della festa.

    Un altro bel gruppo poi si è occupato dell’apparecchiatura dei tavoli, mai banale, delle bandierine colorate a rendere “il Prato” una vera cornice da festa di paese; le bancarelle di artigianato locale posizionate a completare il tutto e una giornata di sole splendente ha riempito la giornata ancora più di luce.

    Alle 10.15 è partita la processione con le reliquie del Santo, San Pancrazio, dalle case nuove della zona del campo sportivo, per poi proseguire la celebrazione in chiesa.

    Una celebrazione piena di gioia, soprattutto nello sguardo di don Stefano, emozionato e felice di aver dato di nuovo vita alla comunità di San Pancrazio.

    “Sono stati giorni pieni di momenti importanti e di felicità – ha ribadito il pievano durante l’omelia – Vi ringrazio per aver preso parte e per aver contribuito ad assecondare le mie idee per far rivivere, con San Pancrazio, quel senso di socialità e di condivisione che mancava”.

    “Dobbiamo essere grati di essere qui oggi per tante piccole cose – ha ribadito – per le tante persone che da giorni lavorano per questa festa, per la gioia di stare insieme e perché no, anche perché ci stiamo abbronzando gratuitamente tutti insieme”.

    La celebrazione è stata dedicata alle coppie e alle famiglie. E due novelli sposi hanno fatto da rappresentanza, rinnovando le promesse di matrimonio, per poi donare a tutte le coppie presenti un fiore da piantare come simbolo della famiglia da custodire, proteggere e aiutare a far crescere ogni giorno.

    Alle 13 tutti a tavola. In 270 hanno preso parte al “Pranzo su i’ Prato”: un numero importante, per una comunità piccola come quella di San Pancrazio. A servire ci hanno pensato i giovani della parrocchia, portando in tavola una portata dietro l’altra.

    Un successo anche di gusto, che è stato ripagato con un grande applauso di tutti i presenti per tutto lo staff che si è impegnato nella realizzazione e preparazione dei piatti.

    A concludere la festa ci hanno pensato prima il gruppo di balli popolari, che ha coinvolto tutti, proprio tutti (anche il pievano…).

    Poi il concerto di “Fabrè” la cover band di Fabrizio De Andrè. Che, nonostante il sole cocente, non si è risparmiata un secondo e ha regalato il sottofondo perfetto per rendere la giornata una vera e propria festa.

    Una giornata e un weekend di sorrisi, di chiacchiere, di balli, di canti e di tutta la bellezza dello stare insieme. Sensazioni che mancavano, soprattutto in realtà piccole, come quella di San Pancrazio, dove i momenti e gli spazi di aggregazione sono sempre troppo pochi.

    Una festa di San Pancrazio che è riuscita ancora una volta a richiamare tutti, giovani e meno giovani, con la sola voglia di respirare di nuovo quel senso di comunità che solo una festa di paese riesce a dare.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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