GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – Duccio Pradella è un apicoltore. presidente dell’associazione regionale produttori apistici toscani (ARPAT) con sede a Firenze. accreditata dalla Regione che conta dai 600 agli 800 soci iscritti. Rappresentando circa 26.000 alveari.
Svolge attività di formazione e tutela delle api, ed è a lui che Il Gazzettino del Chianti ha chiesto, come massimo esperto nel settore, l’opinione su quanto possa essere successo giovedì 24 maggio in una zona di Grassina. Dove sono state ritrovate centinaia di api morte.
“Ogni anno, nel periodo della primavera, durante la riproduzione, indicativamente dai primi di marzo a luglio, le api sciamano. Ovvero si dividono per trovare altre sistemazioni” ci spiega Pradella.
“Una parte resta nel luogo di origine – prosegue – e una colonia va a ricercare una nuova sede. Di solito prediligono zone cave, come tronchi di alberi, ma può accadere anche che vadano a posizionarsi, anche solo di passaggio, in qualche proprietà privata come giardini o terrazzi”.
“In merito a quanto accaduto a Grassina – entra nello specifico – dalle informazioni che abbiamo, la cosa probabile è che si sia verificata una situazione del genere: uno sciame di api si sarà andato a posizionare in un luogo privato e qualcuno può aver spruzzato dell’insetticida in maniera localizzata".
"Noi abbiamo degli apicoltori in zona – rimarca Pradella – consultandoli hanno escluso che le loro api abbiano riportato conseguenze simili, che potessero far pensare che fossero stati usati insetticidi sul larga scala”.
Le api, ci tiene a spiegare, sono insetti da tutelare, importantissimi in quanto garantiscono l’impollinazione delle piante. Che a loro volta garantiscono la produzione dei semi: assolutamente da salvaguardare e, ovviamente, non da sterminare.
“Qualora si verifichino episodi di questo genere – informa – è consigliabile tentare di recuperare le api salvandole. E per questo esiste un gruppo di apicoltori volontari che si occupano del recupero sciami, operando nella diverse situazioni il cui coordinatore è Lorenzo Lander, di cui forniamo il recapito telefonico a fruizione di tutti coloro che possono averne necessità: 3343147049”.
Continua Pradella: “Questi recuperi molte volte presentano situazioni difficili, che richiedono attrezzature specifiche e servizi di responsabilità pubblica. Noi come associazione stiamo cercando di organizzarci, ma sarebbe auspicabile un interesse da parte dell’ente pubblico che tutelasse l’operato e la sicurezza dell’apicoltore che interviene”.
Negli ultimi anni le api sono in forte diminuzione per problemi legati all’inquinamento ed alla siccità. Il messaggio importante da diffondere è che sono animali preziosi di cui avere cura. Per il futuro di tutti.
di Silvia Rabatti
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