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giovedì 9 Maggio 2024
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    Dopo oltre un anno di pandemia la fila fuori dalla Caritas Parrocchiale di Grassina è ancora molto lunga

    "Un servizio che funziona e continua a dare assistenza grazie al contributo ed alla partecipazione di tante persone - ci racconta il parroco, don James Savarirajan - Grazie di cuore a tutti"

    GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – Dopo oltre un anno dall’inizio dell’emergenza epidemiologica, la fila è ancora molto lunga, composta e ordinata.

    Ogni mercoledì prende forma fuori dal cancello che delimita lo spazio adibito alla distribuzione degli alimenti che la Caritas parrocchiale di Grassina fornisce a chi ne ha bisogno.

    Fiancheggia il muro esterno della chiesa di San Michele Arcangelo. Qui le persone, stranieri e italiani, attendono pazientemente il loro turno.

    Soprattutto donne, a volte accompagnate dai bambini che magari traducono per loro, ma anche uomini. Tutti vengono accolti dalle volontarie che chiamano per nome, nonostante le mascherine.

    Offrono una parola di sostegno e talvolta un consiglio, si preoccupano per la loro salute e forniscono anche informazioni utili.

    “Un servizio che funziona e continua a dare assistenza grazie al contributo ed alla partecipazione di tante persone di Grassina, ma non solo” ci racconta il parroco, don James Savarirajan.

    Che attraverso Il Gazzettino del Chianti vorrebbe esprimere la propria riconoscenza a coloro che in questi mesi hanno permesso che tutto questo andasse avanti.

    “All’interno della comunità c’è stata una risposta di solidarietà molto forte nei confronti della Caritas Parrocchiale di Grassina, che ci ha permesso di fare fronte al considerevole aumento di richieste che sono arrivate, oltre naturalmente al rifornimento ufficiale da parte del Banco Alimentare” continua don James.

    La chiesa di San Michele Arcangelo, a Grassina

    “Vorrei – aggiunge – a nome di tutta la parrocchia, abbracciare con un grazie quanti hanno aiutato, ognuno a modo loro, dimostrando che la comunità esiste ed è presente”.

    “La Caritas Parrocchiale – spiega il sacerdote – ha potuto contare su forniture alimentari straordinarie arrivate da singoli privati e da aziende, di cui ancora dopo un anno vediamo la partecipazione”.

    Un fiume di solidarietà: “Aziende agricole del territorio che hanno donato con abitudine verdura ed olio, altre che hanno fornito caffè e pane. E poi un supermercato della zona e tanti privati. Famiglie e singole persone, che in tutti questi mesi hanno aderito agli appelli lasciando all’interno dei negozi o dei supermercati non solo prodotti alimentari, ma anche beni per la cura e l’igiene della persona”.

    “Donazioni che sono arrivate per le feste di Natale – ricorda don James – qualcuno ha destinato la cifra che avrebbe speso per fare regali all’acquisto di panettoni, che poi ci ha recapitato da distribuire, altri ci hanno portato delle scatole regalo contenenti un alimento, un indumento, un biglietto d’augurio, un libro, aderendo ad una idea promossa attraverso i social”.

    Tante manifestazioni d’affetto che sono state destinate con organizzazione alle persone bisognose.

    “Vorrei ringraziare anche la Parrocchia di Santa Maria all’Antella – tiene a dire il parroco grassinese – la Parrocchia San Piero a Ema e la Fratellanza Popolare di Grassina, che ci hanno fornito i mezzi per trasportare il necessario. E la Misericordia di Antella che, grazie ai suoi volontari, ogni settimana si occupa di consegnare a domicilio ad alcune famiglie impossibilitate a muoversi i pacchi alimentari. Senza il loro prezioso aiuto non ci saremmo riusciti”.

    Un modo, questo, anche per raccontare e far conoscere a tutti quanto settimanalmente viene portato avanti dai volontari grazie alla partecipazione della comunità intera di Grassina, ci spiega don James.

    Ricordiamo infine che da quando le scuole sono state riaperte è ripreso anche il servizio relativo al progetto in collaborazione tra Caritas Parrocchiale Grassina, Comune di Bagno a Ripoli e Siaf, di recupero in monoporzioni del cibo non consumato nella mensa della scuola “Marconi”. 

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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