SAN CASCIANO – Esattamente un mese fa, il 29 luglio, il pino piĂą vecchio di piazza della Repubblica (il “Piazzone”), in pochi secondi cadde al suolo.
Sotto i suoi rami vi rimasero feriti un uomo di 51 anni, Ahmed Attaelghali Mohamed, e una bambina.
Furono momenti di terrore. E di speranza che sotto quei grossi rami non ci fossero altre persone.
La zona era rimasta al buio, qualcuno ancora oggi parla di un vero miracolo: sarebbe potuto davvero accadere l’irreparabile.
Ne è convinto lo stesso Ahmed, tornato a casa dopo un lungo periodo in ospedale, che ha accettato di raccontarci quei brutti momenti.
Ci fa piacere incontrarla, seppure nel letto e fasciato da un busto.
“Posso dire che è andata bene, anche se ancora ci vorranno dei mesi affinchĂ© possa ricominciare a camminare”.
Quali sono state le conseguenze che ha riportato? Si parlava di un intervento chirurgico alla milza.
“La milza ha subito una ferita, ho il polmone sinistro sofferente, il rene, tutte le costole della parte sinistra rotte e due sulla parte destra, piĂą tre vertebre schiacciate e un’anca schiacciata”.
Cosa si ricorda di quella sera?
“Tutto. Avevo chiuso il locale (sono titolare di una pizzeria nella frazione di Spedaletto), faceva caldo e prima di andare a letto abbiamo deciso con la mia famiglia di fermarsi nel Piazzone al fresco. Io, mia moglie, il figlio e la figlia. Mi ero appena seduto sulla panchina, accanto a me mio figlio e una bambina, mentre davanti a me c’erano mia figlia e una bambina di un amico. Improvvisamente ho sentito come uno spostamento d’aria, d’istinto ho preso la bambina che era di fronte e l’ho messa sulla panchina, mentre gli altri seduti sono caduti all’indietro”.
E lei è rimasto schiacciato da un ramo?
“Sì, sono rimasto schiacciato dal ramo che mi ha fatto cadere sotto la panchina. Che, a sua volta, mi è venuta addosso”.
La prima persona che le ha prestato soccorso?
“Una donna di San Casciano, infermiera all’ospedale Santa Maria Annunziata. Ha cercato di tenermi sveglio fino a quando non sono arrivati i soccorsi con l’ambulanza. Nel frattempo altre due persone e un carabiniere sono riusciti a togliermi il ramo e la panchina di dosso”.
La bambina del suo amico ha subito solo dei graffi, portata in ospedale è stata dimessa poche ore dopo…
“Sì, anche mio figlio si è ferito, ma una cosa leggera”.
Ricorda come si chiama l’infermiera che le è stata vicina dopo la caduta dell’albero?
“Non conosco il suo nome, so che abita a San Casciano. E’ venuta a trovarmi anche quando ero in ospedale, poi non l’ho piĂą rivista. Mi sento quasi tutti i giorni con il sindaco di San Casciano, Roberto Ciappi, è venuto anche a trovarmi in ospedale, anche se non l’hanno fatto entrare. Si è preoccupato molto anche lui del mio stato di salute e lo ringrazio”.
La sua famiglia ha vissuto un grande spavento per quanto è successo.
“I miei figli non sono ancora tornati ai giardini, hanno paura”.
Le sue origini sono egiziane, quando è arrivato a San Casciano?
“Nel 1999, mi sono trovato subito bene con tutti”.
Ha la cittadinanza italiana?
“No, purtroppo ancora no, ho tutte le pratiche in corso, spero comunque di ottenerla presto!”.
Vuol ringraziare qualcuno?
“Certo: dall’infermiera che mi è stata vicina dopo la caduta del pino, a chi mi ha soccorso, medici e infermieri dell’ospedal Santa Maria Annunziata. Fino a tutti quelli che stanno prendendosi cura di me”.
Ringraziamo anche noi Ahmed e la sua famiglia, insieme al fratello Ibrahim Attaelghali: con l’augurio di una pronta guarigione. Sperando che presto possa tornare nella sua pizzeria, magari da cittadino italiano.
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