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venerdì 26 Aprile 2024
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    Don Massimo Biancalani a Tavarnelle: dibattito davanti a una folta platea

    Alla Festa del Popoli dopo il "blitz" a Vicofaro: "Cerchiamo di dare un segnale ma sono preoccupato"

    TAVARNELLE – Qualcuno, a Tavarnelle, ha anche pensato che dopo il blitz di ieri sera, nella sua parrocchia di Vicofaro, con una cinquantina fra poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti della polizia locale,  Asl, ispettorato del lavoro e vigili del fuoco, don Massimo Biancalani non fosse dell'umore giusto per partecipare alla Festa dei Popoli al Parco del Mocale.

     

    Invece nel pomeriggio di oggi, domenica 21 ottobre, il parroco si è presentato puntuale e, dopo l'introduzione di Francesco Mattonai, ha iniziato parlando dell'imbarazzo e dell'incredulità provati di fronte a quell'arrivo massiccio e improvviso.

     

    Nel corso degli accertamenti sono stati verificati i documenti dei migranti presenti, il rispetto dell'ordinanza del Comune che aveva sancito la non idoneità di locali dove erano stati accolti i migranti stessi(attualmente ce ne sono una sessantina, di cui 15 dormono in chiesa), mentre i pompieri hanno verificato gli aspetti legati alla sicurezza.

     

    Gli ispettori del lavoro e la Gdf si sono invece concentrati sull'attività della pizzeria "Il Rifugiato" e su chi ci lavora. Non sarebbero scattate notifiche immediate dopo i controlli.

     

     

    LE PAROLE DI DON BIANCALANI

     

    "La legge Bossi-Fini – ha detto don Biancalani – non è interessato all'integrazione ma solo al concetto di clandestinità. Il migrante quindi è un clandestino, non ha diritti, non è giustificata la sua permanenza nel nostro territorio".

     

    "In Toscana le strutture in cui vengono "parcheggiati" lavorano abbastanza bene – ha ripreso – ma in Italia ci sono situazioni con anche 2.000 ragazzi ospitati in attesa di un iter lunghissimo. Quello che accade dopo? Non interessa a nessuno".

     

    "Se non ci orientiamo a un mondo più giusto – ha detto ancora don Biancalani – avremo molti problemi. Con l'ultimo decreto legge siamo ormai a un livello di dis-umanità mai visto prima".

     

    Poi, come uomo di Chiesa, ha ricordato anche che "l'apertura delle porte della Chiesa indicata nel manifesto di Papa Francesco indica la Chiesa come un "ospedale da campo". A chi bussa diamo sempre una mano".

     

    Quello che è accaduto poi a don Biancalani è storia recente: la foto su Facebook di alcuni migranti in piscina, "l'interessamento social" di Matteo Salvini, l'esplosione mediatica.

     

    Poi ha parlato anche di quanto accaduto nella serata di sabato 20 ottobre: "Cinquanta persone che nemmeno per un capo mafia. Se avessi avuto dieci ragazzi italiani non sarebbe successo nulla, ma siccome ho aperto casa a tutti allora non va bene. Si vuole che i migranti stiano in mezzo a una strada".

     

    "Nel nostro piccolo – ha concluso – si sta cercando di dare un segnale, ma sono preoccupato perché non vedo una classe politica, anche europea, che possa affrontare una questione così complessa come l'emigrazione e l'immigrazione".

     

     

    IL SINDACO DI TAVARNELLE DAVID BARONCELLI

     

    "Ringrazio don Biancalani – ha proseguito il sindaco di Tavarnelle David Baroncelli – che ci riporta all'attualità, a quello che sta avvenendo nel nostro Paese. Dove stiamo assistendo, forse anche troppo in silenzio, alla messa in discussione (su un presunto rispetto di legalità) del principio dell'accoglienza".

     

    "Si cerca di far pagare il prezzo di un tema della legalità – ha ripreso – solo agli ultimi. Si fanno pagare le nostre responsabilità agli ultimi. Un conto è il rispetto di quella che è la Legge, come il caso di Riace, anche se poi c'è il tema della giustizia, che dovrebbe riguardarci come uomini".

     

    "Io credo che di fronte a certi dubbi – ha rimarcato – quando torniamo nelle nostre case dobbiamo pensare alla discussione fra giustizia e legge, che viene fin dall'antichità. Passando anche attraverso al Vangelo".

     

    "Non sono gli ultimi il nostro nemico – ha concluso il primo cittadino – ma le nostre coscienze che stanno in silenzio di fronte alle ingiutizie".

     

    LE PAROLE DI DON FRANCO DEL GROSSO

     

    Ha preso la parola anche don Franco Del Grosso: "Il Vangelo ci aiuta sempre ad andare oltre. Ci parla dell'esigenza di aprirsi allo straniero. Ma sento anche la sofferenza di sentire certe resistenze nella comunità cristiana".

     

    "Una resistenza – ha continuato – che ci interroga e che ci fa pensare. E dobbiamo pensare che… o si rischia o niente. C'è un lavoro grosso da fare all'interno delle comunità, sui fronti di queste persone che arrivano e delle resistenze che si formano".

     

    "La Festa dei Popoli – ha tenuto a dire – qui a Tavarnelle vuol dire e ha voluto dire anche questo. Iniziò con i primi arrivi massicci dall'Albania".

     

    "La legalità è un tema chi mi affascina – ha concluso – Durante la guerra cosa accadde? C'erano delle persone che facevano delle cose illegali o profondamente giuste accogliendo gli ebrei? Mi viene in mente don Milani quando diceva che nei ragazzi bisogna creare il senso della legalità e la lo stimola di critica verso leggi ancora migliori".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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