Sono uscito poco fa a vedere come "gira" il tempo. C'è una pioggerella finissima, che sta "lucidando" la neve gelandola in superificie.
Il melagrano in giardino, piantato quando è nata Alice, è una sorta di statua di cristallo. Spero che regga, mi dispiacerebbe troppo perderlo.
E penso a chi questa notte va a letto pensando alle proprie colture, ai propri olivi, che è andato a trovare oggi pomeriggio e li ha trovati come sculture di ghiaccio. "Una roba mai vista" mi ha detto un agricoltore con cui ho parlato.
Con altri due (Riccardo Lupino e Paolo Baldini, con terreni a Montefioralle e vicino a Impruneta) ci risentiremo domani mattina, per fare il punto della situazione. Sono due che, come molti agricoltori appassionati, i loro olivi potrebbero chiamarli per nome.
Intanto oggi ho parlato con un agronomo (anche con lui con migliaia di piante in mezzo a questo, come lo chiamano, "gelicidio"), che ha espresso tutta la sua preoccupazione (trovate l'articolo qui sotto).
La gelata del 1986 viene ricordata da tanti come una sorta di incubo: non solo agricolo, ma sociale, culturale.
Perchè, ricordiamolo, quando si perdono gli olivi si perde una parte di noi. Speriamo che stavolta si riesca a limitare i danni. Adesso andiamo verso la notte: domani mattina vedremo.
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