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venerdì 26 Aprile 2024
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    A Panzano in Chianti la “Spesa Appesa”, destinata a chi ha problemi economici

    Iniziativa di Simone Mazzi nella sua bottega di alimentari: "Chi può lasci, chi non può prenda"

    PANZANO (GREVE IN CHIANTI) – La tradizione napoletana del “caffè sospes”o, in questo periodo di quarantena, si è trasformata nella “Spesa Sospesa”: cioè comprare delle derrate alimentari da lasciare nei negozi a disposizione di chi ne ha bisogno.

    Perchè, oltre a far precipitare il Paese nell’emergenza sanitaria, il Coronavirus rischia di creare seri problemi alla tenuta economica di molte famiglie: molti sono i settori economici al momento bloccati. E non tutti i lavoratori hanno uno stipendio garantito o si sono potuti permettere di mettere da parte ciò di cui hanno bisogno in questo periodo.

    Così si è diffusa in tutta Italia l’iniziativa della “Spesa Sospesa”. Simone Mazzi con la sua bottega a Panzano è il primo ad iniziare nel nostro comune; la chiama “La Spesa Appesa. Chi può metta, chi non può prenda!”.

    Con questo slogan lancia la sua iniziativa: “Ogni sera, dopo la chiusura del negozio, lascerò una busta “appesa” qui fuori, con all’interno dei prodotti alimentari, tra ciò che mi avanza e ciò che ritengo maggiormente utile per le famiglie. SarĂ  per chi vuol prendere qualcosa, perchè inizia ad avere dei problemi a fare la spesa e per chi vuol lasciare qualcosa, pasta, pelati, tutto quello che non si deteriora e che serve per far mangiare una famiglia”.

    “A Panzano – ci dice – non credo ci sia grande necessitĂ , però abbiamo una popolazione molto “matura” e tanti lavoratori sono impiegati in edilizia, in agricoltura e nel turismo, l’edilizia ed il turismo al momento sono totalmente fermi, l’agricoltura prosegue ma non a pieno regime, perciò può essere che qualcuno inizi ad avere difficoltĂ  economiche. So che non sarĂ  risolutivo ma è un segnale per tutti e altre botteghe potrebbero imitarmi”.

    “In questi piccoli paesi c’è sempre poco di tutto – continua Simone un po’ addolorato – adesso hanno chiuso la posta, la banca è aperta solo qualche giorno, di botteghe ne sono rimaste pochissime, in queste situazioni dobbiamo provare ad aiutarci a vicenda; giĂ  alcuni clienti hanno comprato dei prodotti chiedendomi di metterli nella busta. Noi proviamo a fare ciò che possiamo e poi vediamo come va…”.

    Da parte di tutti noi possiamo solamente dire grazie a Simone e a tutte le persone che si stanno impegnando, per aiutare la comunitĂ  in cui vivono.

    E sono molti coloro che, con le proprie capacità, si sono resi disponibili: dalle spese portate a casa dai volontari, ai bottegai che fanno consegne a domicilio. E tutti coloro che continuano a lavorare per garantire i servizi indispensabili.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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