PANZANO (GREVE IN CHIANTI) – La tradizione napoletana del “caffè sospes”o, in questo periodo di quarantena, si è trasformata nella “Spesa Sospesa”: cioè comprare delle derrate alimentari da lasciare nei negozi a disposizione di chi ne ha bisogno.
Perchè, oltre a far precipitare il Paese nell’emergenza sanitaria, il Coronavirus rischia di creare seri problemi alla tenuta economica di molte famiglie: molti sono i settori economici al momento bloccati. E non tutti i lavoratori hanno uno stipendio garantito o si sono potuti permettere di mettere da parte ciò di cui hanno bisogno in questo periodo.
Così si è diffusa in tutta Italia l’iniziativa della “Spesa Sospesa”. Simone Mazzi con la sua bottega a Panzano è il primo ad iniziare nel nostro comune; la chiama “La Spesa Appesa. Chi può metta, chi non può prenda!”.
Con questo slogan lancia la sua iniziativa: “Ogni sera, dopo la chiusura del negozio, lascerò una busta “appesa” qui fuori, con all’interno dei prodotti alimentari, tra ciò che mi avanza e ciò che ritengo maggiormente utile per le famiglie. SarĂ per chi vuol prendere qualcosa, perchè inizia ad avere dei problemi a fare la spesa e per chi vuol lasciare qualcosa, pasta, pelati, tutto quello che non si deteriora e che serve per far mangiare una famiglia”.
“A Panzano – ci dice – non credo ci sia grande necessitĂ , però abbiamo una popolazione molto “matura” e tanti lavoratori sono impiegati in edilizia, in agricoltura e nel turismo, l’edilizia ed il turismo al momento sono totalmente fermi, l’agricoltura prosegue ma non a pieno regime, perciò può essere che qualcuno inizi ad avere difficoltĂ economiche. So che non sarĂ risolutivo ma è un segnale per tutti e altre botteghe potrebbero imitarmi”.
“In questi piccoli paesi c’è sempre poco di tutto – continua Simone un po’ addolorato – adesso hanno chiuso la posta, la banca è aperta solo qualche giorno, di botteghe ne sono rimaste pochissime, in queste situazioni dobbiamo provare ad aiutarci a vicenda; giĂ alcuni clienti hanno comprato dei prodotti chiedendomi di metterli nella busta. Noi proviamo a fare ciò che possiamo e poi vediamo come va…”.
Da parte di tutti noi possiamo solamente dire grazie a Simone e a tutte le persone che si stanno impegnando, per aiutare la comunitĂ in cui vivono.
E sono molti coloro che, con le proprie capacitĂ , si sono resi disponibili:Â dalle spese portate a casa dai volontari, ai bottegai che fanno consegne a domicilio. E tutti coloro che continuano a lavorare per garantire i servizi indispensabili.
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