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venerdì 26 Aprile 2024
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    Vigili del fuoco: sirene spiegate, Maurizio Maleci va in pensione

    FIRENZE – Personaggio di esperienza vastissima, di grande disponibilità, negli ultimi anni è stato il prezioso supporto nel lavoro di centinaia di giornalisti toscani che hanno avuto in lui un vero e proprio punto di riferimento.

     

    Da giovedì 30 novembre Maurizio Maleci, conosciutissimo in tutto il corpo dei vigili del fuoco, va in pensione. Sopra il video che ritrae il suo ultimo giorno di lavoro. Qui sotto il suo, bellissimo, saluto.

     

    Oggi 30 novembre 2017 è il mio ultimo giorno di permanenza nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, da domani sarò sempre nella famiglia, ma come pensionato. Contento di aver raggiunto la pensione, ma con un groppo in gola nel lasciare questo meraviglioso lavoro.

     

    Trent’anni in quest’amministrazione, dopo averne passati nove nell’industria, mi hanno rafforzato quell’amore per i vigili del fuoco che, non so come, era sbocciato ancor prima di farvi il servizio militare, per dodici mesi, dal 1977 al 78, forse a causa di un qualche gene che mi frullava in corpo per un lontano parente, cugino della mia mamma, entrato nel Corpo subito dopo la seconda guerra mondiale o forse per aver avuto contatti con il meraviglioso geometra Luciano Salcioli ai tempi della mitica Ruini.
     

     

    Durante il servizio militare come ausiliario, un vecchio capo reparto che stava andando in pensione mi disse che lui non aveva mai fatto un intervento uguale a un altro e che non si era mai annoiato, io annuii, ma non compresi appieno il significato di quelle parole: dopo trent’anni di servizio devo dire che mai affermazione fu più veritiera.
     

     

    E per questo devo ringraziare tutti quelli che mi sono stati intorno, dai colleghi giovani e anziani ai vari dirigenti, ho avuto la possibilità di operare a 360°, sia durante i soccorsi sia durante le fasi addestrative che organizzative.

     

    Certo non ho lesinato la disponibilità, ma le risposte sono sempre state positive. Ho spaziato dal lavoro di vigile a quello di autista, in officina come in sala operativa, nel nucleo radiometrico prima, al neonato NBCR (Nucleare Batteriologico Chimico e Radiologico) dopo l’11 settembre.

     

    Con grande soddisfazione sono stato uno degli artefici della creazione del TPSS (Tecniche di Primo Soccorso Sanitario) sviluppato assieme a un manipolo di colleghi e a illuminati appartenenti al 118 di Firenze.
     

     

    Lunga la militanza nel Centro Documentazione fino a giungere alla Comunicazione in Emergenza, nuova eccellenza dei vigili del fuoco, per non parlare dell’esperienza come consulente, assieme ad altri colleghi, dell’agenzia per la distruzione delle armi chimiche non convenzionali (O.P.C.W.) dell’ONU.
     

     

    Una bellissima cavalcata con il sottofondo delle campane d’allarme e delle sirene, fatta assieme al personale operativo e amministrativo perché i vigili del fuoco sono una grande famiglia, dove ognuno è chiamato a fare il proprio dovere, a essere una tessera di un bellissimo mosaico.
     

     

    In questi anni le emozioni si sono susseguite come i picchi d’adrenalina durante i percorsi per giungere sui luoghi degli interventi, per non parlare delle emozioni e dei contatti umani e multietnici che ho avuto modo di sviluppare come durante la missione in Albania per la guerra del Kossovo o le missioni internazionali in Tunisia e in Thailandia.
     

     

    Tutto questo, come le amicizie, fa parte di un bagaglio da cui nessuno riuscirà mai a separarmi e mi accompagnerà come ricordo di questa magnifica esperienza lavorativa.
     

     

    Lascio il servizio operativo però con la soddisfazione dei risultati raggiunti, risultati ottenuti con un lavoro di squadra, una squadra in cui ognuno è sempre rimasto al proprio posto lavorando talvolta in silenzio, ma sempre concentrato sul risultato finale: questi sono i vigili del fuoco, non un lavoro, ma quasi una missione, noi non andiamo al lavoro, ma in servizio e con questo spirito abbiamo affrontato e affrontiamo tutte le situazioni, sempre al “servizio” di chi ha bisogno di noi.
     

     

    Un grazie ai colleghi che mi hanno preceduto in questo lavoro, un grande in bocca al lupo ai colleghi che rimangono in servizio e in particolar modo a Marco Lucchesi che prende il mio posto.
     

     

    Un grazie a tutti.

     

    Maurizio Maleci

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