GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – Stavolta a far chiudere un negozio storico di Grassina non è stata la tanto sospirata pensione raggiunta dal proprietario, Paolo.
La crisi degli ultimi anni ha messo a dura prova anche chi resisteva da decenni. La “Merceria Paolo”, le cui mura (dicono i racconti grassinesi) avevano ospitato fin da prima del ‘900 un bazar, ha ceduto all’urto dei tempi moderni.
Bottega che per anni è rimasta tale e quale a come Giulio, il nonno dell’attuale proprietario, gliel’aveva lasciata da quando l’aveva aperta ereditandola a sua volta dal padre subito dopo la seconda guerra mondiale.
Negozio che potremo definire “vintage”, entrando nel quale si viene riportati indietro nel tempo, in un passato di anni in cui non tutto era sempre e subito e soprattutto la grande distribuzione non esisteva.
Visibilmente amareggiato Paolo ci racconta i motivi della sua scelta: “Il negozio è appartenuto alla nostra famiglia da quattro generazioni” dice con un certo orgoglio.
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“Io l’ho preso negli anni Novanta da mio nonno – ripercorre la strada a ritroso – che aveva scelto di tenere abbigliamento, profumi da donna, bigiotteria, oreficeria. E perfino gli ombrelli. Io ho deciso di lasciare alcuni articoli ed assortirne altri propriamente di merceria".
PAOLO – Nella storica merceria lungo via Chiantigiana
"Per tutti questi anni – continua – mi sono ingnegnato riuscendo a farlo sopravvivere puntando prima su una cosa e poi sull’altra. In base alle richieste”.
Mentre parliamo per due volte entrano delle signore a comprare articoli per riparazioni sartoriali.
“Alcune clienti mi hanno già detto che gli mancherò – dice Paolo – Ripensaci mi hanno suggerito, però i tempi sono cambiati e c’è l’esigenza di offrire continuamente un assortimento completo. Tutto è più difficile e la tassazione non mi ha permesso di avere un margine di guadagno adatto”.
Con chiarezza ci spiega quali intoppi ha dovuto superare: “Bisognerebbe che lo Stato si rendesse conto quali tipi di botteghe esistono ancora sul territorio” continua con convinzione
“Il negozio funziona – rivendica – perché altrimenti non sarei riuscito a stare aperto per tutto questo tempo. Ma lavorare solo per pagare la merce, le utenze e le tasse non mi consente di vivere adeguatamente”.
Per lungo tempo ci dice che ha sperato che lo cose potessero cambiare in meglio, e ha insistito nel tenere aperto, con convinzione e spirito n. Nel rispetto anche di coloro che prima di lui lo avevano aperto la porta tutte le mattine.
“Resterò aperto fino al 15 aprile, poi vedrò come organizzarmi . non manca di dirci prima di salutarci – Spero che l’esperienza che mi sono fatto in tutti questi anni nel settore mi possa aiutare nel trovare un altro lavoro. Ringrazio naturalmente tutti i miei clienti”.
di Silvia Rabatti
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