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venerdì 26 Aprile 2024
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    Tamponi rapidi antigenici, firmato l’accordo della Regione Toscana con i pediatri di famiglia

    I pediatri che non intendono effettuare i tamponi antigenici rapidi presso i propri studi devono darne immediata comunicazione all’azienda sanitaria

    FIRENZE – E’ di oggi, mercoledì 11 novembre, la firma dell’accordo tra Regione Toscana e le organizzazioni sindacali dei pediatri di famiglia (Fimp e Simpef) per potenziare la risposta dell’assistenza territoriale e contrastare la trasmissione del virus, ricorrendo all’utilizzo dei tamponi rapidi antigenici.

    Un’intesa che fa seguito a quelle già sottoscritte con i medici di medicina generale (Fimmg e Snami) proprio in questi giorni e che va a irrobustire il lavoro di squadra dell’intero sistema sanitario regionale.

    “Stiamo lavorando senza sosta e ottenendo risultati importanti come anche la collaborazione dei pediatri, che ci consente di continuare a rafforzare le attività territoriali per contrastare la diffusione del Covid” dichiara l’assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini, firmatario dell’accordo insieme ai segretari regionali Valdo Flori e Silvia Petralli, l’uno di Fimp e l’altra di Simpef.

    “Il coinvolgimento dei pediatri – rimarca Bezzini – è funzionale al potenziamento delle attività di indagine epidemiologica tramite l’accertamento diagnostico per evitare eventuali focolai, isolare i casi positivi al Covid e avviare subito il tracciamento dei loro contatti stretti”.

    “L’attuale contesto emergenziale e l’evoluzione dello scenario epidemico – dice ancora l’assessore – richiedono l’impegno di tutti, che in Toscana, devo dire, è garantito da ciascun professionista del nostro sistema socio-sanitario, senza alcuna esitazione, e di questo non posso che essere grato”.

    “Ci siamo resi disponibili, perché comprendiamo la criticità del momento e l’importanza di dare il nostro contributo perché l’applicazione delle misure anti Covid in termini di tracciabilità non gravi esclusivamente sui Dipartimenti di Sanità pubblica” commentano Valdo Flori e Silvia Petralli.

    “I pediatri – aggiungono – sono, e sempre saranno, accanto ai bambini e alle loro famiglie e faranno tutto ciò che è nelle loro possibilità per la durata dell’emergenza,  sempre garantendo la massima sicurezza nello svolgimento della propria attività”.

    Nello specifico, l’accordo prevede il coinvolgimento dei pediatri di famiglia per effettuare tamponi antigenici rapidi o di altro test di sovrapponibile capacità diagnostica, nel proprio studio, all’interno della forma associativa nella quale operano, dandone comunicazione alla Asl.

    Il test è rivolto ai contatti stretti asintomatici, individuati dal pediatra di libera scelta oppure individuati e segnalati dal Dipartimento di Prevenzione, in attesa di tampone rapido oppure ai casi sospetti, che il pediatra si trovi a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido.

    I pediatri che non intendono effettuare i tamponi antigenici rapidi presso i propri studi – si legge nel documento – devono darne immediata comunicazione all’azienda sanitaria, che dovrà identificare le sedi e, nell’ambito del comitato aziendale, concordare le modalità organizzative relative all’effettuazione dei test diagnostici.

    In questo caso il test diagnostico sarà effettuato anche agli assistiti degli altri pediatri di libera scelta e sarà rivolto esclusivamente ai contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento, identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Prevenzione.

    Eseguito il tampone, il pediatra registra la prestazione e il risultato ottenuto sugli appositi sistemi informativi regionali.

    In caso di esito positivo il pediatra ne dà tempestiva comunicazione al servizio di Sanità pubblica o alla Prevenzione della propria Asl e raccomanda l’isolamento domiciliare fiduciario, in attesa dell’esito del tampone molecolare di conferma. 

    Se l’esito è invece negativo, il pediatra rilascia l’attestazione di negatività al paziente.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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