spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
venerdì 26 Aprile 2024
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    Pillola abortiva, in Toscana presto anche negli ambulatori pubblici

    Le donne potranno effettuare l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica in strutture attrezzate e funzionalmente collegate agli ospedali

    FIRENZE – Presto in Toscana le donne potranno effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica anche nei poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati e funzionalmente collegati agli ospedali.

    Lo stabilisce un delibera approvata dalla giunta regionale nella seduta di oggi. Alla delibera è allegato il “Protocollo operativo per l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) farmacologica”, redatto sulla base del parere del Consiglio Sanitario Regionale del 2014, per poter garantire l’offerta della IVG farmacologica come prestazione ambulatoriale.

    La delibera fornisce alle Aziende sanitarie raccomandazioni aggiornate relative al protocollo e definisce il ruolo dei consultori nel percorso IVG.

    Sulla base del Protocollo, dovrĂ  essere poi adottato un documento clinico-operativo, da approvare con un atto dirigenziale, dedicato all’offerta della IVG farmacologica anche a livello ambulatoriale.

    La Toscana è stata la prima Regione ad adottare l’aborto farmacologico, con la Ru486. Ora è la prima a prevederne l’attuazione anche negli ambulatori, purchĂ© collegati con gli ospedali.

    “La Toscana sarĂ  la prima Regione a prevedere la somministrazione della Ru486 al di fuori dell’ospedale, ma sempre in collegamento con l’ospedale, in ambulatori specializzati e autorizzati a farlo – sottolinea il presidente Enrico Rossi – E’ un passo avanti importante per estendere ulteriormente un’appropriata prestazione sanitaria, in linea con la nostra storica impostazione”.

    “Fummo i primi a partire acquistando la Ru486 all’estero, ritenendola piĂą sicura dell’aborto chirurgico – ricorda Rossi – Poi nel 2014 il Consiglio sanitario regionale adottò un parere, dichiarando non necessario il ricovero ospedaliero, ed ecco l’evoluzione che era tanto attesa”.

    “Ci lavoravamo da tempo – racconta Rossi – ben prima che l’Umbria stabilisse l’obbligo del ricovero di 3 giorni per l’IVG, giĂ  abbondantemente superato in molte regioni dalla somministrazione in day hospital. Per noi sono determinanti la sicurezza e il controllo sanitario, ed è per questo che gli ambulatori autorizzati saranno in stretto legame con l’ospedale per ogni eventualitĂ . E’ completamente inutile far soffrire le donne piĂą di quanto non debbano giĂ  fare. Complicare e burocratizzare ulteriormente questo passaggio servirebbe solo a colpevolizzarle e punirle”.

    Nella delibera si dĂ  mandato alla Direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale di mettere in atto tutte le procedure necessarie ad assicurare quanto previsto dal Protocollo; e alle Aziende sanitarie di intraprendere tutte le azioni organizzative e amministrative necessari all’adeguamento dei percorsi per attuare le indicazioni del Protocollo.

    GiĂ  nella legge 194 del 1978 è prevista la possibilitĂ  di utilizzare metodi abortivi in alternativa all’IVG chirurgica, e giĂ  da alcuni anni in Italia è possibile interrompere la gravidanza con metodi farmacologici.

    Nella 194 si prevede anche che, oltre che negli ospedali pubblici specializzati, nei primi 90 giorni di gravidanza gli interventi di IVG possano essere effettuati anche nei poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali e autorizzati dalla Regione.

    Nel Protocollo si specifica che la finalitĂ  è quella di assicurare a tutte le donne che richiedono l’IVG un servizio uniforme, rispettoso dei diritti della donna e di alta qualitĂ .

    Il metodo farmacologico per l’IVG prevede l’uso di una dose di mifepristone, seguita da una o piĂą dosi di prostaglandine. Lo schema di trattamento di riferimento è quello approvato da FDA (Food and Drug Administration) e AIFA (Agenzia italiana del farmaco). L’aborto medico è considerato dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanitĂ , un metodo sicuro ed efficace.

    Cosa prevede il Protocollo

    Alla donna che decide di interrompere la gravidanza e si presenta in una delle sedi autorizzate a praticare l’IVG, con un documento/certificato di richiesta IVG rilasciato dal medico del presidio consultoriale, dal medico di famiglia o da altro medico di fiducia, dovranno essere fornite tutte le informazioni necessarie sulla IVG farmacologica e dovrĂ  essere acquisito il suo consenso informato.

    Le strutture sanitarie dove può essere svolta l’accettazione sono tutte le strutture autorizzate dalla legge 194, compresi i poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati, funzionalmente collegati agli ospedali e autorizzati dalla Regione, in possesso dei requisiti specifici previsti dalla normativa, nonchĂ© i consultori definiti “principali”, in collegamento funzionale con l’ospedale di riferimento.

    Il primo intervento è l’assunzione di mifepristone. Dopo la somministrazione del farmaco, la donna dovrĂ  restare all’interno del presidio; dopo la rivalutazione medica potrĂ  tornare a casa. Le verrĂ  fornito il numero di telefono del consultorio e quello del medico di guardia del presidio ospedaliero. E verrĂ  programmata la visita successiva.

    Il secondo intervento avviene il terzo giorno, dopo circa 48 ore dal primo, nella stessa struttura del primo intervento. Dopo la valutazione dell’evoluzione del caso, alla donna viene somministrato misopristolo. Dopo un periodo di osservazione, viene programmato il terzo accesso (dopo circa 10-15 giorni).

    Il controllo avviene dopo circa 14 giorni dal secondo intervento. In caso di controllo avvenuto, viene prenotato un controllo successivo dopo circa un mese. In caso di mancato aborto o aborto incompleto, viene attivata la procedura chirurgica nel presidio ospedaliero di riferimento.

    Dopo la chiusura della cartella, alla donna vengono esposte con particolare cura le modalitĂ  di contraccezione, per prevenire ulteriori IVG. Tutte le possibili metodiche devono essere illustrate in maniera chiara, mettendo in evidenza indicazioni e controindicazioni, differenze, vantaggi, possibili effetti collaterali di ciascuna metodica; evidenziando i rischi, fisici e psicologici, del ricorso a IVG ripetute.

    La tariffa di questa prestazione (completamente a carico del Servizio sanitario pubblico, perchĂ© alla donna viene erogata in regime di esenzione dalla partecipazione al costo) è stata fissata in 500 euro: cifra che include il costo del farmaco e si riferisce all’intero percorso assistenziale.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...