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venerdì 26 Aprile 2024
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    Doposcuola a Panzano e Macchina delle Parole: adesso si può sostenerli con un crowdfunding

    La proposta di Eleonora Nava, Elisa Bagni e Michele Redaelli: fra i giri sul territorio con un'auto speciale, andando sotto le case di chi è in quarantena, all'integrazione del doposcuola panzanese

    GREVE IN CHIANTI – Da qualche giorno gira sul web e nei gruppi WhatsApp, un video dove tre grevigiani, Eleonora Nava, Elisa Bagni e Michele Redaelli, accompagnati dalla bellissima voce di Elisa promuovono un crowdfunding per finanziare due progetti: il Doposcuola a Panzano e la Macchina delle Parole.

    Per aiutarli nel loro intento, abbiamo deciso di chiamarli e farci spiegare meglio in cosa consiste. E perché è importante contribuire.

    “Da tanti anni facciamo il doposcuola a Panzano – ci dice Eleonora – perché per le elementari, c’è solo il modulo ed i genitori chiesero all’associazione di Botti, di aiutarli nella gestione dei bambini per almeno tre giorni a settimana”.

    “Col tempo – prosegue – in concertazione con la scuola ed i genitori, si è visto che molti bambini avevano bisogno di un aiuto nei compiti e nel recupero scolastico”.

    “Purtroppo quest’anno il Comune non può dare il solito contributo – dice ancora Eleonora – perciò per garantire il servizio e non gravare tutto e solo sulle spalle delle famiglie, abbiamo trovato un bando con la Banca Etica, che ci permette di accedere alla loro piattaforma di crowdfunding e se riuscissimo a raggiungere una certa quota di donazioni, il resto lo metterebbe la Banca”.

    “La Macchina delle Parole – dice Elisa – ha esordito il primo giorno dopo la fine del lockdown scorso. Facevamo il giro delle strade e delle frazioni, fermandosi ogni tanto e raccontando/recitando le nostre storie, con l’intento di regalare un sorriso e 10 minuti di svago ai residenti di quelli vie e piazze”.

    “Ora è ripartita quando la seconda elementare di Greve fu messa in quarantena – riprende – ma con modalità diverse. Andiamo direttamente sotto casa di chi è in quarantena, generalmente veniamo chiamati da loro stessi oppure da degli amici, che gli vogliono regalare un po di svago e divertimento”.

    “In un momento così delicato e complesso – ci spiega ancora Elisa – la macchina delle parole rappresenta per me un esempio di reazione poetica, un tentativo di rimanere in connessione con il territorio che abito, un’occasione di mettere in gioco competenze e passioni. In questo mare in burrasca, andiamo… on the road!”.

    “Questo è un piccolissimo progetto – riprende la parola Eleonora – però è una delle cose di cui c’è maggior bisogno in questi piccoli paesi, con la macchina delle parole si riesce ad andare a Lucolena, Lamole, Case sparse ovunque, possiamo davvero regalare gioia a chi sta affrontando un periodo davvero difficile ed in luoghi molto isolati”.

    “Anche per il doposcuola – conclude – a parole è davvero complicato spiegare l’importanza e l’amore che si riesce a trasmettere. La risposta dei cittadini, per entrambi i progetti è incredibile, vedere i bambini quanto ne giovano è una spinta enorme per trovare il modo di non interromperli. Il doposcuola significa integrazione e comunità, la macchina delle parole è aiuto e unione”.

    Tutti potete contribuire donando nel crowdfunding attivato sulla piattaforma Produzioni dal Basso.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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