VALIGONDOLI (SAN CASCIANO) – Sempre più spesso riemergono dal terreno delle nostre colline gli strumenti di morte sparsi nelle campagne del Chianti durante l’ultimo conflitto modiale: ordigni inesplosi usati da soldati tedeschi e americani e che, sebbene arrugginiti e all’apparenza innocui, in realtà sono ancora in grado di uccidere.
Nelle scorse settimane furono ben cinque le bombe fatte brillare dagli artificieri alla Romita, sul crinale che da Tavarnelle va verso San Pancrazio (clicca qui per leggere l'articolo).
Un altro di questi ordigni è stato rinvenuto nei giorni scorsi, durante una battuta di caccia, nel bosco poco distante dal piccolo borgo di case di Valigondoli, tra Mercatale e il confine con il comune di Greve in Chianti.
Siamo nella parte più elevata del comune di San Casciano: qui il passaggio del fronte si fece davvero drammatico.
“Percorrendo il bosco – ci racconta Mauro, il cacciatore che ha fatto la scoperta – mi sono imbattuto in uno strano oggetto metallico ricoperto di ruggine. Pensavo a uno dei tanti oggetti di uso comune che, sempre con maggiore frequenza, troviamo nei boschi, abbandonati da persone di pochi scrupoli e con nessuna attenzione per la natura”.
“Guardandolo meglio – prosegue Mauro – mi sono reso conto che in realtà era un ordigno bellico. Ho così chiamato la Stazione dei carabinieri di San Casciano, rimanendo in attesa del loro arrivo. In seguito i militari hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area”.
Così la palla è passata agli artificieri dell’Esercito, appartenenti al reparto Genio Ferrovieri di Castel Maggiore (Bologna). Che assieme ai carabinieri di San Casciano e supportati da un mezzo della Misericordia di San Casciano, dopo aver accuratamente ispezionato l'oggetto, hanno provveduto a farlo brillare con successo.
Probabilmente l'ordigno (risultato una granata americana ancora perfettamente attiva), era stato sparato dagli Alleati che stavano risalendo da Greve in Chianti per raggiungere la città di Firenze, verso una postazione di tedeschi che, insediata in località “Il Mandorlo”, sparava con un cannone per fermare l’avanzata degli Alleati.
Una postazione purtroppo molto attiva, tanto che fece anche due vittime civili: Dino Nesi (Adino) e Gino Pescini, uccisi da una cannonata tedesca mentre da Valigondoli si stavano recando, esultanti, a salutare i primi carri armati Alleati sbucati in cima alla strada.
Era il 24 luglio del ’44: persero la vita a un passo dalla libertà.
di Antonio Taddei
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