SAN CASCIANO – Una piacevole notte quella di martedì 17 luglio. Trascorsa prima di tutto ascoltando “Ergetevi mura a difesa della nostra città. La rivolta della pietà”, lettura teatrale da "I sette contro Tebe" di Eschilo, a cura di Tiziana Giuliani e Andrea Batacchi, con la voce in sottofondo di Andrea Giuntini.
I tre hanno letteralmente “rapito” il pubblico trasportandolo nella notte dei tempi, ascoltando parole scritte più di 2.500 anni fa.
E' stata questa l'apertura di un’interessante conferenza dedicata alla cinta muraria di San Casciano, tenutasi presso il circolo Acli, in occasione della ricorrenza dei dieci anni del Museo di San Casciano e nell'ambito della la kermesse regionale che valorizza i musei della Toscana con le “Le Notti dell’Archeologia”.
La serata è stata introdotta da Nicoletta Matteuzzi, del Sistema Museale del Chianti e del Valdarno fiorentino, assieme a Chiara Molducci, assessore alla cultura del comune di San Casciano.
Poi Teresa Ulivelli, dell’Università di Firenze, ha illustrato il lavoro di studio dedicato alla cinta muraria di San Casciano e alla sua fortificazione a metà del Trecento, oggetto d'indagine di una tesi di laurea in Archeologia Medievale (relatore professor Guido Vannini).
TERESA ULIVELLI
Abbiamo chiesto a Teresa Ulivelli cosa è emerso da questa sua ricerca: "E’ stato uno studio della ricostruzione di tutte le fasi di vita delle mura tramite l’unione e l’integrazione di diversi tipi di fonti. Cartografiche, fotografiche, scritte e archeologiche, per ricostruire l’evoluzione di tutta la cinta muraria".
"In più – riprende – la mia ricerca si è concentrata sulla prima fase costruttiva, quella del cantiere, andando ad analizzare in dettaglio le modalità di costruzione delle mura. Questo è stato possibile tramite lo studio delle murature stesse, nel dettaglio e l’integrazione con un registro di cantiere relativo agli ultimi due mesi del cantiere, che mi ha permesso di analizzarlo nello specifico".
"Da questo registro – spiega ancora Ulivelli – sono venuti fuori i nomi delle maestranze, di tutti i professionisti che lavorarono al cantiere, dopodiché tramite fonti scritte è venuto fuori che queste maestranze provenivano da Firenze, formate nell’ambito tecnico fiorentino. Così, apprese le esperienze tecniche, sono andate a lavorare in vari cantieri del contado".
"Il capo mastro di San Casciano – continua nel suo racconto – era una personalità importante dell’edilizia della seconda metà del Trecento, perché aveva all’attivo numerosi cantieri di Firenze, tra cui quello della cattedrale di Santa Maria del Fiore".
Le porte di accesso al paese erano quattro?
"Porta Fiorentina, Porta Senese, Porta al Prato, e Porta Sant’Angelo o Porta San Francesco, quest’ultima è chiamata così a seconda dell’epoca".
A proposito di porte d’accesso quella che si vede in via dei Fossi dove è crollato la parte superiore nel dicembre 2017 può essere una nuova porta?
"La mia ipotesi, che deve essere verificata, è che quando nel 1552 la Porta Fiorentina fu chiusa e la viabilità fu deviata, fu aperta lungo il tratto di cinta muraria di via dei Fossi una Porta per permettere l’ingresso al paese. E’ probabile che fosse quella visibile oggi o magari più vicino alla Porta Fiorentina ci fosse un’altra apertura, oggi chiusa dagli edifici".
Per quanto riguarda il restauro?
"Spero che questo mio studio possa servire per la valorizzazione in modo tale che tutti i cittadini di San Casciano e chi viene da fuori, possano apprezzare e conoscere la storia di questo patrimonio".
di Antonio Taddei
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