Parliamoci chiaramente. Guardandoci negli occhi. Oggi è sabato 16 maggio: pensare che in maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, centinaia di migliaia di turisti stranieri prendano l’aereo per venire in Chianti, come da decenni a questa parte, è un’ipotesi a dir poco molto ottimista.
C’è quindi da lavorare a brevissimo termine per cercare qualcosa per questa estate 2020 “falciata” dal Coronavirus. Che possa portare un po’ di turismo, soprattutto italiano (ma forse anche europeo) con qualche “idea-easy”. Facile e rapida da realizzare.
E se da un lato le strutture chiantigiane (agriturismo, B&B) possono provare a lavorare sul fatto di poter garantire maggiore isolamento e spazi aperti, in una zona ad alto tasso ambientale, enogastronomico, culturale, potrebbe esserci un altro settore, da sempre snobbato qua da noi, che invece potrebbe rappresentare un qualcosa a cui guardare con attenzione.
Sto parlando del camper. E ne parlo proprio al centro della cosidetta “Camper Valley”: fra San Casciano, Barberino Tavarnelle, Poggibonsi, è concentrata la maggior produzione a livello nazionale. Europeo anche.
E quindi, intanto, facendo un accordo con le varie aziende, che sono in contatto con decine di migliaia di camperisti in tutta Italia ed Europa, si potrebbero raggiungere capillarmente con una offerta mirata.
Sto parlando di un anno di “Chianti Camper Friendly”. Facilitare al massimo l’accoglienza nel nostro territorio del mondo del camperismo.
Ne ho parlato giĂ nelle scorse settimane nelle dirette su Facebook con alcuni sindaci del territorio.
A un progetto di questo tipo lavorarono insieme, era il 2017, Consorzio Vino Chianti Classico e Laika. Ma erano tempi in cui questo tipo di turismo non era guardato con grande attenzione. Almeno qua nel Chianti.
# In camper nelle cantine e nelle vigne del Chianti Classico: progetto Consorzio-Laika
Quest’anno invece i tempi potrebbero essere maturi. Penso a un’estate con grande facilitazione alla sosta dei camper nelle aziende agricole. Ma non solo.
Anche “en plein air” per davvero. Lungo le strade chiantigiane. Nella radura di un bosco. A bordo vigna. Dando un punto di riferimento in ogni comune per scarico reflui e tutto quel che serve.
E’ un’idea che metterebbe insieme amministrazioni comunali, aziende camperistiche, aziende agricole, agrituristiche di ricezione nel senso piĂą ampio, mondo della ristorazione e degli esercizi commerciali: per un’estate 2020 “Chianti Camper Friendly”, in tempi di comunicazione social c’è giĂ implicito anche l’hashtag, #CCF2020.
Magari è una buona idea. Magari no. Sicuramente se ne potrebbe parlare. Ma in fretta.
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