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venerdì 26 Aprile 2024
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    “La mia lettera di Pasqua, alla quale arriviamo sfiniti da una pandemia che ci ha stravolto”

    "Penso che questa piccola pausa pasquale rappresenti una bomba a livello sanitario nella nostra area per molti fattori. Un mix che potrebbe deflagrare fra 15 giorni"

    Buongiorno a tutti, domani è Pasqua e arriviamo a questo giorno stanchi e sfiniti da questa pandemia che da più di un anno ha cambiato e stravolto le nostre vite.

    Ci arriviamo male. Molto male. Soprattutto nella nostra area del Chianti Fiorentino, con numeri che abbiamo visto solo nello scorso novembre con la sola differenza che allora eravamo “freschi” d’estate mentre adesso tutti sentiamo il peso di questo inverno di restrizioni e limitazioni alla nostra libertà.

    Questo peso si traduce quindi logicamente e umanamente in una voglia di trasgressione, di vita e, appunto, di libertà. Comprensibilissima e salutare. Meno male che c’è questa voglia di
    vivere!

    Però purtroppo va tenuta a bada, ancora per un po’. Penso che questa piccola pausa pasquale rappresenti una bomba a livello sanitario nella nostra area per molti fattori e cioè numeri di contagi alti, ospedali pieni, aggressivitĂ  delle varianti, persone stanche della pandemia e vogliose di vita.

    Un perfetto mix che potrebbe, fra dieci/quindici giorni, dare vita alla tempesta perfetta.

    Unica via di scongiurare ciò è essere responsabili e cercare di limitarsi. Purtroppo. Il mio è un appello fatto senza puntare il dito su nessuno perché conscio della difficoltà di rispettare un anno e più di regole ferree che limitano la nostra libertà.

    Unica eccezione che voglio fare è sui ciclisti.

    Lungi da me criticare chi va a farsi un giro in piccoli gruppi o, meglio, in solitaria. Penso che ciò sia salutare e che la possibilità di fare sport debba essere tutelata anche in pandemia.

    Ma io vedo continuamente gruppi molto numerosi di ciclisti, a volte anche più di dieci tutti insieme appassionatamente e mi chiedo: è davvero necessario in questo momento andare in giro così, a sfiatellarsi l’uno addosso all’altro?

    Alla politica in generale chiederei più velocità, ben sapendo che non è questa una nazione propensa a questa dote.

    Ma ora è necessaria anche perché dopo questa stretta di aprile e (forse) maggio non so se sarà ancora possibile tenere la gente a casa o con le attività chiuse senza provocare una catastrofe sociale.

    Poi mi piacerebbe vedere velocità e trasparenza nella campagna vaccinale. Che non si ripeta più quello che di scandaloso è successo in questa regione con la vaccinazione di alcune
    categorie di professionisti a scapito dei piĂą fragili e non mi riferisco agli operatori sanitari, alle
    forze dell’ordine o al personale scolastico chiaramente.

    Ma questo, anche se in colpevolissimo ritardo, mi sembra lo si sia capito.

    Mi piacerebbe poi anche avere alcune risposte su alcune questioni e in particolare sul perché in altre nazioni si riesce a fare veloci su vaccini e cure mentre qui si va a rilento sempre.

    Per esempio io mi ricordo benissimo che si diceva che gli anticorpi monoclonali sviluppati dalla Toscana Life Science sarebbero arrivati a marzo.

    Essendo oggi il 3 di aprile vorrei sapere se e quando arriveranno e a cosa sono dovuti i ritardi.

    L’unica risposta che sono riuscito a trovare in rete è un generico “problemi burocratici”.

    Mi piacerebbe sapere in che cosa consistono questi problemi burocratici nello specifico dato che tutti noi cittadini attraverso il Mise e la Regione Toscana abbiamo finanziato, a mio parere giustamente, la ricerca e lo sviluppo di questi anticorpi che penso avrebbero fatto molto comodo in questa fase.

    A livello di politica internazionale poi chiederei che i brevetti sui vaccini e sulle terapie vengano resi liberi in tutto il mondo.

    Il tutto anche ricompensando in modo giusto ed equo le case farmaceutiche che li sviluppano.

    Perché la salute è un diritto universale. Quando sarà possibile mi piacerebbe anche scendere in piazza a manifestare per questo.

    Ma adesso, ritorno al presente e sulla terra, questo è soltanto e di nuovo il momento di fare fronte alla situazione con le nostre forze.

    Facciamolo per un senso di responsabilitĂ  e di comunitĂ  se vogliamo pensare a nobili ideali oppure facciamolo per salvare la nostra pelle e quella dei nostri cari se si guarda ad un lato piĂą pratico.

    Poi magari se non la politica sarà l’estate a darci una mano. Buona Pasqua.

    Marco Francioni

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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